Emergenza rifiuti, la Regione apre al termovalorizzatore. Andrea Buccheri: "Non è la soluzione"
Per provare a risolvere il noto problema della gestione dei rifiuti, la Regione ha rispolverato l’idea della termovalorizzazione. Quasi pronto il bando per la realizzazione di un impianto al entro della Sicilia, tra le province di Enna e Caltanissetta, dove far confluire i rifiuti siciliani (300 mila tonnellate, ndr) per avviarli ad incenerimento con la termovalorizzazione.
L’assessore all’igiene urbana del Comune di Siracusa, Andrea Buccheri, non vede di buon occhio una soluzione di questo tipo. “La sola idea di costruire uno o più termovalorizzatori, in questo preciso momento storico di emergenza rifiuti, è la rappresentazione plastica di come la Regione stia sottovalutando l’emergenza che viviamo nel settore”, spiega a SiracusaOggi.it. “Pensare, oggi, ad un impianto che nella migliore delle ipotesi (ricorsi permettendo) potrebbe vedere la luce tra 5/6 anni è inverosimile. Bisogna prendere esempio dal Nord che, dopo anni di termovalorizzazione, sta tornando indietro: per la difficoltà e per gli eccessivi costi di smaltimento dei residui della termovalorizzazione”, aggiunge Buccheri.
Allora cosa fare per evitare che la Sicilia finisca sommersa dai rifiuti? Il sistema delle discariche è ormai al collasso e rappresenta una gestione superata dai tempi. Andrea Buccheri mostra di avere le idee chiare. “L’emergenza rifiuti si può attenuare, e nel lungo periodo risolvere, solo facendo innalzare le percentuali di raccolta differenziata oltre il 65% previsto dalla legge. E puntando, allo stesso tempo, sull’impiantistica pubblica che recuperi le varie frazioni (organico, carta, vetro, plastica) prodotte dai Comuni”.