Gli Iblei devastati dagli incendi: 13mila firme online chiedono l’istituzione del parco
La provincia di Siracusa vive giornate “caldissime” sul fronte incendi. Decine di roghi, alcuni rovinosi per le aree naturalistiche come quelli divampati sui Monti Iblei. Su change.org ha raccolto in poche ore oltre 13mila firme la petizione lanciata da Paolo Pantano e sottoscritta da moltissime associazioni – tra cui Italia Nostra e il WWF – che chiede alle autorità locali e nazionali l’istituzione del Parco Nazionale dei Monti Iblei.
“Fin dall’antichità – spiega Pantano – i Monti Iblei sono una rinomata area naturalistica e suggestiva situata nella Sicilia sud-orientale. La splendida Cava Grande, le necropoli rupestri di Pantalica, la Cava d’Ispica, il Prainito, e l’altopiano ibleo ragusano fanno tutti parte di questo straordinario paesaggio che ospita molte specie animali uniche e rare e rendono questo posto un paradiso per gli amanti del trekking e dell’esplorazione fluviale. La creazione di un parco nazionale in quest’area consentirebbe alle persone di tutta Italia e del mondo di godere pienamente di questo patrimonio naturalistico e storico unico e rappresenterebbe, inoltre, un grosso incentivo economico per gli abitanti delle zone interessate che concorrerebbero a prendersi cura di queste terre”.
I promotori chiudono il testo con l’appello ai decisori coinvolti: “considerate le grandi valenze naturalistiche, paesaggistiche, archeologiche, storiche ed etnoantropologiche degli Iblei – scrigno di biodiversità – chiediamo che venga definitivamente istituito il Parco Nazionale degli Iblei e di sottoporre quindi al Presidente della Repubblica il provvedimento di approvazione affinché il territorio possa beneficiare dei vantaggi e delle opportunità in termini di economia sostenibile e di tutela dei beni ambientali e culturali (salvaguardia degli ecosistemi naturali, recupero dei centri storici, degli edifici di valore storico e culturale, dei nuclei abitati rurali e dei borghi) che vi insistono, prendendo come punto fermo la proposta di perpetrazione inviata dalla Regione Siciliana in data 3 aprile 2019.”