Transizione verde, il sogno siciliano “hydrogen valley” passa dalla zona industriale siracusana
La zona industriale di Siracusa in prima fila anche per la Regione nella sfida dell’idrogeno “verde”, scommettendo sulla transizione energetica verso le fonti rinnovabili. In alcuni ambiti fondamentali, come la logistica, la realizzazione degli elettrolizzatori e delle celle a combustibile, esistono già aggregazioni di imprese, centri di ricerca e centri di competenze che consentirebbero di realizzare, già oggi, delle Hydrogen Valley in alcuni luoghi della Sicilia. “Le aree più interessate – spiegano fonti del governo regionale – sono quelle dei poli di raffinazione di Priolo, Gela e Milazzo e in genere i distretti produttivi dell’Isola”.
Non è da meno il presidente Nello Musumeci. “Abbiamo tutti i numeri per giocare una partita da protagonisti. Non soltanto perché ci candidiamo ad essere sede di un modello innovativo di ricerca sull’idrogeno, ma anche perché vogliamo fare lavorare le piccole e medie imprese che sull’energia si stanno impegnando a fondo e hanno diritto di accedere alle risorse Po-Fesr, così come le grandi aziende”. Lo ha detto concludendo oggi i lavori di “Le Energie della Sicilia”, l’evento organizzato dal governo regionale alle Ciminiere di Catania nell’ambito delle Giornate dell’Energia 2021. “«Alle imprese di grandi dimensioni – ha aggiunto il governatore – chiediamo di cooperare per una crescita razionale di una terra che ha subito tante ingiustizie e che adesso punta a diventare un modello nel Mediterraneo per abbandonare definitivamente la logica delle emergenze. Il tema dell’energia pulita e rinnovabile è una priorità del nostro governo, ma invito tutti i dipartimenti interessati a vigilare contro ogni tentativo di speculazione e di infiltrazione. Su questo non faremo sconti a nessuno”.
“La sfida della transizione energetica – ha aggiunto l’assessore al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro – parte sulla solida base della pianificazione ambientale che il governo della Regione ha finalmente messo in campo dopo quasi trent’anni, a cominciare dal Piano territoriale, dall’istituzione dell’Autorità di bacino, del Piano per la tutela dell’aria, di quello sull’inquinamento acustico, quello per le alluvioni, per le ispezioni delle zone a rischio, senza dimenticare la riforma urbanistica, grazie all’introduzione di concetti quali zero consumo del suolo, circolarità e riuso”.