Siracusa. Vaccini obbligatori a scuola, Cobas contrari. Giuffrida: “Vaccinarsi, scelta etica”
L’ipotesi del vaccino anti-Covid obbligatorio nelle scuole continua a non convincere i Cobas Scuola.
“Una politica vaccinale è legittima e sacrosanta- spiega il docente Lorenzo Perrona- Noi abbiamo però fatto sempre presente che ci sono tante azioni da mettere in atto. Occorre ridurre le classi pollaio, intervenire nel settore dell’edilizia scolastica, sui trasporti, sulle assunzioni”.
I Cobas ricordano una direttiva di Febbraio 2021 del Parlamento europeo, “che parla agli stati membri della necessità certamente di avviare politiche vaccinali, ma con due commi in cui si dice che non va imposta l’obbligatorietà e nemmeno discriminare i cittadini sulla base della vaccinazione. Questo è un principio giuridico-prosegue Perrona- saltato il quale saltano molti altri aspetti fondamentali”.
La posizione ufficiale assunta dai Cobas siciliani è dunque quella secondo cui “è un principio irrinunciabile di civiltà il diritto inalienabile dell’individuo di decidere le cure mediche che non può essere contrapposto a un teorico beneficio per la salute collettiva”. Indice puntato contro il presidente del presidente della Regione, Nello Musumeci.
“I Cobas della Scuola ribadiscono il principio medico universale “primo non nuocere” e ritengono che l’eventuale obbligo sia un attacco alle scelte e all’autodeterminazione dei cittadini che rischia di innescare una pericolosa “caccia all’untore””.
“Il Coordinamento regionale siciliano Cobas Scuola si oppone con decisione al tentativo-golpe del Presidente della Regione Siciliana Musumeci che vorrebbe introdurre di fatto una obbligatorietà vaccinale non prevista da alcuna norma di legge nazionale attualmente in vigore per una platea molto ampia e diversificata di lavoratori e lavoratrici che hanno in comune un contatto, se pur minimo, con il pubblico. Immediati e preoccupanti riscontri di “allineamento” all’ordinanza n. 75 del 7 luglio arrivano già dal mondo della scuola con direttive dirigenziali che intimano al personale scolastico di dichiarare la propria condizione vaccinale, competenza espressamente inibita dagli orientamenti del garante della privacy, preludio, temiamo, a probabili forme di penalizzazione se non di vera e propria discriminazione nei confronti del personale non vaccinato”.
Delicata la posizione dei dirigenti scolastici in questo contesto. Pinella Giuffrida dell’Anp, associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola.
“Dobbiamo solo aspettare e capire cosa la Repubblica Italiana deciderà per noi cittadini-premette Pinella Giuffrida- Nella scuola vanno distinti due aspetti: quello etico e quello giuridico. Se dovesse esserci un obbligo, è chiaro che nessuno potrà sottrarsi. Dal punto di vista etico- aggiunge- un insegnante, che cerca di far crescere delle vite, ha un obbligo molto importante che è quello di tutelare i bambini e i ragazzi. Un genitore affida il proprio figlio a chi ha il dovere etico di proteggerli. Un insegnante non può essere un tramite del virus, devo vaccinarmi”.
La dirigente scolastica prevede che “a Settembre si riproporrà un problema serio, per via dei numerosi non vaccinati. L’Astrazeneca era il vaccino per i docenti e dopo le polemiche, tutti gli insegnanti hanno avuto paura. Spezzo una lancia a favore dei docenti in tal senso- conclude la presidente Anp- Il problema più grosso dei dirigenti è garantire un servizio, la sicurezza ma anche le norme che ti obbligano a non violare la libertà e la privacy. Dovrò trovare delle strategie, decidere dove collocare un docente ma non è nemmeno detto che io dirigente sappia se l’insegnante è vaccinato oppure no”.