Siracusa. Lavori pubblici danneggiarono una proprietà, Comune condannato a pagare 208 mila euro
Un risarcimento danni da 208.748 euro. E’ quanto il Comune di Siracusa sarebbe pronto a versare ad un privato, proprietario di una struttura ricettiva dell’Arenella, per via di ingenti danni subiti anni fa a causa dei lavori di realizzazione della rete fognaria, che non sarebbero stati eseguiti in maniera opportuna e che, anzi, avrebbero avuto conseguenze disastrose per la struttura in questione.
Si tratta di una vicenda che risale al 2003 e che si è poi snodata nelle aule dei tribunali. Numerose, per la verità, le parti coinvolte, nonostante in appello sia il Comune di Siracusa a dover esborsare la cifra più ingente. Ne esce, invece, indenne, il Libero Consorzio Comunale, l’ex Provincia regionale di Siracusa, proprietaria della strada (si tratta della sp.58).
I lavori furono realizzati in quella zona e nell’area al confine con la proprietà della famiglia che ha poi richiesto il risarcimento. Il ricorso in appello, dopo una prima sentenza che non sembrava dar ragione agli imprenditori, è del 2015. Lunga causa, in cui i tempi avrebbero ad un certo punto dovuto tener conto anche di sopraggiunti pensionamenti di professionisti a vario titolo attori della vicenda.
Il complesso turistico risale agli anni ’70, quando nell’area fu piantata una pineta. Si trattava di una zona che, nel tempo,fu utilizzata dagli ospiti della struttura per relax e iniziative.
Ad un certo punto, nel 2003, improvvisamente, il terreno fu invaso da acqua che stagnò per venti giorni con un livello di circa 20 centimetri, secondo quanto narrato durante il percorso giudiziario. Ci furono allagamenti dell’asfalto, si vennero a creare evidenti crepe, fu pesantemente danneggiato il muro di recinzione, con pericolo di crollo e, in maniera importante, anche la pineta.
Il dubbio che fu sollevato all’epoca era che l’opera pubblica che nel frattempo era stata realizzata, la rete fognaria appunto, fosse alla base di quanto accaduto, per via di scavi abbastanza profondi e con il dubbio che qualcosa fosse andato storto.
Si ipotizzò che l’alluvione del 2003 potesse essere, invece, il vero motivo, salvo poi arrivare alla deduzione che un singolo episodio non avrebbe potuto provocare danni di quella portata. Nel frattempo la pineta era stata decisamente compromessa e parte degli alberi rappresentava un pericolo per l’incolumità.
In appello al Comune fu attribuita la responsabilità di quanto accaduto, in quanto ente che aveva appaltato i lavori. Oltre ai 208.748 mila euro, palazzo Vermexio è stato condannato al “pagamento degli interessi da conteggiare su tale importo devalutato al 2009 e anno per anno rivalutato”, oltre alle spese giudiziali. La decisione risale a luglio 2020. Nei giorni scorsi, tuttavia, il Comune avrebbe deciso di non ricorrere in Cassazione, andando verso il pagamento di quanto dovuto al privato.