Lavoratori ex Gemar, il sindaco Italia: “Non siete soli”. I tre fronti del sindacato
Feste amare per i dipendenti del gruppo Gemar di Siracusa. Con il fallimento della proprietà e la chiusura di tutti i punti vendita si sono ritrovati improvvisamente senza lavoro e, a causa della particolare situazione anche giudiziaria, non hanno ancora potuto aver accesso ad ammortizzatori sociali. “Siamo sospesi”, raccontavano attraverso i loro portavoce nei giorni scorsi. In mezzo, anche una qualche confusione a livello sindacale che, tra posizioni diverse, non ha ancora tracciato una linea univoca. A fine mese, intanto, primo appuntamento con l’asta fallimentare di beni della società.
“La situazione è davvero difficile, e lo dico con rammarico”, spiega Teresa Pintacorona della Fisascat Cisl. Il sindacato sta seguendo i lavoratori in queste giornate segnate da delusione e preoccupazione per il futuro. Bisognerà attendere la seconda metà gennaio per avere novità. “La società è fallita e nel discorso c’è anche una cessione di ramo di azienda. La curatela, per legge, ha a disposizione anche fino a 40 giorni di tempo per decisioni e aggiornamenti. Aspettiamo ma nel frattempo restiamo vigili ed impegnati su tre fronti: il ristoro delle mensilità pregresse, la cassa integrazione e il futuro lavorativo di queste persone”, spiega la Pintacorona. Sul fronte del futuro lavorativo, secondo indiscrezioni, sarebbe giunta una offerta alla curatela fallimentare per l’acquisizione dei punti vendita sotto nuova insegna.
Anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha mostrato attenzionare verso la vicenda. “Ho evitato sin qui di intervenire pubblicamente perchè spesso accade che un primo cittadino venga tirato per la giacchetta, con la richiesta di fare qualcosa di concreto. Ma in questo caso, non posso fare molto. Ma i lavoratori devono sapere che la città si stringe a loro. Sto seguendo la situazione. Non sono soli”.