Scuola caos, rientro in classe nel capoluogo flop: gli studenti si assentano e protestano

 Scuola caos, rientro in classe nel capoluogo flop: gli studenti si assentano e protestano

Negli istituti superiori le classi sono rimaste quasi deserte questa mattina. Nel giorno del rientro in classe, dopo l’ordinanza del Tar di Catania che ha accolto il ricorso del Ministero dell’Istruzione, gli studenti e le famiglie hanno la protesta silenziosa dell’assenza.
Secondo le prime stime, negli istituti superiori le presenze si attestano attorno al 20/25%. Basti un esempio: Liceo Corbino, 280 presenti su 1.120 alunni iscritti; percentuale leggermente superiore per gli istituti comprensivi. Doppio disagio per gli studenti pendolari che avevano raggiunto Siracusa di prima mattina, per la ripresa delle lezioni in presenza.
Per restare in dad, ha spiegato il Tar di Catania nel suo dispositivo, serve la zona rossa e non bastano le “coperture” offerte dall’ordinanza della Regione e dalla relazione dell’Asp. Anzi, l’indice di contagio non sarebbe più elevato di altre zone per cui sarebbe immotivato il ricorso alla didattica a distanza. Ma mentre il capoluogo riapre le scuole, gli altri 19 Comuni della provincia in zona arancione come Siracusa proseguono con la dad e le loro ordinanza. Non avvertono come “un monito” la pronuncia del Tar ed a meno di ricorsi ad hoc anche avverso le loro ordinanza, proseguono con la didattica a distanza.
Gli studenti fanno sentire la loro voca attraverso la Consulta degli Studenti. La presidente Giulia Martorano spiega la decisione di non presentarsi in classe: “manca la giusta sicurezza e una comunicazione alle 17 di domenica e solo online non è seria”, spiega. Le organizzazioni studentesche si sono mobilitate per diffondere il messaggio relativo allo “sciopero bianco”. E’ rimbalzato di chat in chat, spesso con la solidarietà delle famiglie e di qualche docente. “Vogliamo fare lezione, mica stare a casa. Ma vogliamo rientrare in classe in sicurezza. Per questo chiediamo uno screening rivolto alla popolazione scolastica e mascherine ffp2, per noi e per docenti e personale ata”, spiega ancora Giulia Martorana.
Una delegazione di studenti voleva incontrare oggi il prefetto Giusi Scaduto. “La nostra voce va tenuta in considerazione quando si tratta di decisioni che riguardano la scuola”, spiegano dalla Consulta. Impegni del prefetto, però, non rendono possibile oggi l’appuntamento. “Parleremo con le altre autorità cittadine, compresa l’Asp”.
Ecco, l’Asp. Nella relazione del 12 giugno – alla base dell’ordinanza comunale di dad – i responsabili del gruppo covid confermano un quadro di contagi in peggioramento, con tasso di incidenza di 1.552 per 100mila abitanti. Per i giudici amministrativi non è, però, sufficiente. Secondo gli ultimi dati disponibili e relativi alla sola città di Siracusa, alla giornata di ieri, sono 1.207 i positivi in fascia scolare (5-19 anni), a fronte di un numero complessivo di contagiati attivi pari a 5.925. In percentuale, il 20,38% dei positivi totali del capoluogo sono studenti.
Ragion per cui, le organizzazioni studentesche e la stessa Consulta provinciale confermano la volontà di proseguire con la loro protesta, “fino a che non sarà davvero garantito un ritorno in classe in sicurezza”. Ma è davvero la scuola il problema, quando poi nel pomeriggio gli stessi studenti affollano mille attività? “Non è una posizione rispettosa di quanti, tra noi, seguono scrupolosamente ogni norma di prudenza e buon senso. Una percentuale rilevante di studenti ha fortemente limitato la sua socialità”, risponde sul punto la presidente della Consulta, Giulia Martorano.

 

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