Di Sarcina verso la presidenza dell’Autorità del Mare. Prestigiacomo (FI): “Inaccettabile”
Dopo l’intesa con tra il ministro Giovannini ed il presidente della Regione Musumeci sul nome di Francesco Di Sarcina, manca solo il voto delle commissioni parlamentari per la definizione conclusione della lunga partita per la presidenza dell’autorità Portuale della Sicilia Orientale (Augusta-Catania). Non ci sta l’ex ministro Stefania Prestigiacomo, contraria dal primo minuto. “La nomina del Presidente dell’Autorità Portuale di Augusta-Catania da parte del ministro Giovannini è stata concordata con i gruppi di maggioranza ad esclusione di Forza Italia. E’ stata infranta una prassi di condivisione fra i gruppi che sostengono il governo, un metodo che invece aveva condotto a scelte condivise per altre autorità portuali come Ancona e la stessa La Spezia. Affossare Augusta con una scelta manageriale di ripiego significa compromettere la crescita del Mezzogiorno. Una scelta scellerata e che richiede una assunzione di responsabilità del Governo nel suo complesso”.
La parlamentare azzurra si appella al presidente Draghi ed ai ministri di Forza Italia (Gelmini, Carfagna e Brunetta): “Dicano come la pensano, assumano una posizione chiara su questo caso che non è solo politico, è anche economico e sociale, per i riflessi che potrebbe avere sullo sviluppo dell’area e sugli assetti occupazionali.
Da parte nostra sottoporremo la questione anche a livello UE coinvolgendo il direttore generale delle politiche regionali di Bruxellese, Marc Lemaitre”.
Per la Prestigiacomo, la scelta di Francesco Di Sarcina sarebbe “frutto di un accordo a spese della Sicilia e, ahi noi, che vede la condivisione personale del presidente Musumeci, forse poco attento al fatto che pur di liberare il posto di segretario generale a La Spezia si è promossa una figura che altrimenti non avrebbe mai potuto ambire a ricoprire tale incarico. Il porto petrolifero di Augusta, riconosciuto dall’Europa come porto ‘core’, ha potenzialità di crescita e sviluppo che da oltre 20 anni, a causa di scelte scellerate, restano inespresse. Siamo l’unico porto privo di progetti finanziabili pur avendo immense possibilità di diventare scalo principale del Mediterraneo. Una ennesima scelta sbagliata per i prossimi 4 anni penalizzerà lo sviluppo dell’isola. Siamo basiti dal fatto che non si vuole comprendere che ciò che ci sta a cuore è esclusivamente il futuro del nostro paese. Giovannini sembra non sapere che abbiamo dovuto subire anni di gestione inconcludente tanto per la bonifica della rada per la quale da 12 anni giacciono fondi non spesi in una contabilità speciale presso la regione siciliana, quanto per la trasformazione dello scalo in hub internazionale. Un ritardo che ha penalizzato e continuerà a penalizzare il Mezzogiorno, la sua crescita e l’occupazione. Chiedo quindi al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di ripensarci. Di tornare indietro. Ribadisco altresì l’invito al presidente Musumeci di revocare l’intesa su una scelta non condivisa che non rispecchia le esigenze del territorio e della portualità della Sicilia sud orientale”.