Blocco autotrasporto, prime ricadute nel siracusano: si fermano i mezzi, corrieri a rilento

 Blocco autotrasporto, prime ricadute nel siracusano: si fermano i mezzi, corrieri a rilento

Sale la tensione e si fa sempre più intensa la protesta degli autotrasportatori in Sicilia, in particolare nel catanese. Ai blocchi definiti da alcune sigle di categoria “selvaggi” dei giorni scorsi e attivi alla barriera di San Gregorio, a Catania, si aggiunge il fermo deciso da diverse compagnie di logistica che, a causa del caro carburante, hanno deciso di non far partire i loro mezzi, nonostante ci siano merci da movimentare. E’ il caso, ad esempio, di una delle principali aziende di autotrasporto del siracusano, la Ranno. Il titolare, Salvatore Ranno, è il segretario provinciale della Fita Cna, una delle sigle di categoria. “I miei 40 mezzi sono fermi nel piazzale. Mi dispiace per i dipendenti. Ma non si può lavorare in perdita. La situazione è drammatica”, ricorda al telefono.
Nel siracusano temono i prodotti agricoli di Pachino e gli agrumicoli della zona nord della provincia. Il pericolo che pomodorini, verdure ed arance restino invendute a causa di questa protesta dell’autotrasporto è reale. Con conseguente danno per tutta la filiera locale di proporzioni inimmaginabili. Anche i corrieri stanno accusando difficoltà nel consegnare per tempo la merce. I principali operatori del settore hanno pubblicato avvisi sui loro siti che riguardano proprio Siracusa e le province della Sicilia Orientale: “Visto il perdurare della situazione relativa ai blocchi di circolazione, a causa di proteste spontanee ad opera di alcune categorie di autotrasportatori, ci vediamo costretti a sospender il servizio”, annuncia Bartolini.
Intanto, nel vertice di questa mattina convocato a Catania dalla Regione, l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone ha incontrato alcune associazioni di categoria. Con una scelta curiosa, sono però state convocate alcune sigle ma non altre. Un errore di visione che rischia di legittimare le forme di protesta più estreme e non controllabili. “Ci giungono notizie di atti vandalici nei confronti di chi non vuole aderire al blocco. Tra ieri sera e la notte scorsa ignoti hanno fermato tre camion, due lungo la A19 Palermo-Catania e uno alla Zona Industriale di Catania. Hanno costretto gli autisti a fermarsi e hanno tagliato gli pneumatici dei loro mezzi. Atteggiamenti che condanniamo con forza. Ritorniamo a fare un forte appello alle prefetture siciliane. Le regole vanno rispettate”, così i vertici di Cna Fita Sicilia, Daniela Taranto e Giorgio Stracquadanio. Anche Confartigianato Sicilia insiste sul dialogo e dice no “alle proteste violente e non legali che penalizzano una società già provata da anni di pandemia”. La trattativa, in sede nazionale, prosegue.
“Ben venga l’ipotesi, emersa nel corso delle nostre interlocuzioni con il viceministro Teresa Bellanova, su cui confidiamo il governo dia seguito, di un aiuto economico per gli autotrasportatori da inserire nel decreto Energia. Il governo Musumeci, per altro verso, conferma i dieci milioni di contributo che verranno erogati a imprese e lavoratori autonomi, a partire da aprile, per contenere le spese di attraversamento dello Stretto di Messina”, dice l’assessore regionale Falcone. Il presidente Musumeci striglia intanto Draghi: “Il governo trovi soluzioni o verremo a Roma sino a quando non saremo ricevuti”, le sue parole.

 

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