Siracusa. Capitale della Cultura: “Cosa è mancato, cosa si deve fare”. Ancora analisi dopo il “no”

 Siracusa. Capitale della Cultura: “Cosa è mancato, cosa si deve fare”. Ancora analisi dopo il “no”

E’ ancora tempo di analisi, in città, dopo l’esito della competizione per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024, assegnato a Pesaro.

Siracusa, tra le dieci finaliste, secondo quanto annunciato durante un incontro che si è svolto nei giorni scorsi nel salone Borsellino di Palazzo Vermexio con il comitato che ha lavorato alla candidatura ed alle proposte da avanzare, penserà adesso ad attuare quanto era stato inserito nel dossier presentato al Ministero e reso pubblico dopo l’esito delle selezioni.

Lealtà e Condivisione entra nel merito di quanto accaduto e spinge a perseverare sulla linea della condivisione di idee, progetti, da discutere con “valorizzazione delle energie associative e politiche in gran numero presenti nella nostra città”. Il movimento che per un tratto di strada è stato all’interno dell’amministrazione Italia la ritiene “l’ unica strada da continuare a perseguire, ed anzi ad alimentare ed affinare, tantopiù in questo frangente temporale in assenza del consiglio comunale. Solo infatti attraverso il metodo del confronto che chiama gli appartenenti alla Comunità alla rispettiva responsabilità e sensibilità, sarà a nostro avviso possibile la corale crescita che tutti auspichiamo, e che potrà nel tempo consentire, non solo e non tanto un esito diverso in una ipotetica nuova competizione, ma la condivisione di una visione che, a partire dei bisogni dei cittadini, sia orientata verso un complessivo progresso culturale e sociale della città”.

Questo per il futuro, già immediato. Per quanto, invece, concerne l’esito della competizione, il movimento che ha espresso in giunta Giovanni Randazzo, Carlo Gradenigo e Rita Gentile esprime soddisfazione per “l’impegno profuso dall’ amministrazione nell’ averci provato cercando di coinvolgere forze associative, professionali e politiche, nonché singoli cittadini, di differente estrazione e provenienza con l’ intento di pervenire ad una diffusa e concorde progettualità, e non sottovalutiamo che un risultato positivo è comunque stato l’essere Siracusa ricompresa tra le città finaliste della competizione. Sui singoli progetti-infine-  ci riserviamo di esprimerci dopo un accurato esame del dossier, che a nostro giudizio avrebbe dovuto essere reso pubblico già in precedenza”.

Di progetto condiviso parla anche Michele Mangiafico di Civico 4. “Siracusa è una città che meritava di partecipare al concorso “Capitale europea della cultura” e non a “capitale italiana”- premette Mangiafico-  Probabilmente, però, dicono esponenti del movimento, una quasi “facile” vincita sarebbe stata l’ultima corsa dell’attuale Amministrazione per “recuperare una verginità perduta agli occhi dell’opinione pubblica e difendere l’immagine della città””.

Mangiafico è convinto che Siracusa sia stata bocciata perchè  “il suo progetto non è risultato credibile e nemmeno sostenibile”. Poi l’accusa si fa più forte. “Una classe dirigente autoreferenziale, presuntuosa e chiusa nel vicolo cieco della sua vanagloria non è riuscita a coinvolgere la cittadinanza, se non in alcune sue parti, dando alla luce un progetto poco conosciuto, privo di trasparenza, mai adeguatamente condiviso con l’opinione pubblica”.

Il movimento parla di “umiliazione subita dalla città, “umiliazione che è costata complessivamente 65.072,00 del bilancio cittadino. Contrariamente allo spirito che caratterizza l’Amministrazione comunale uscente, – ancora Mangiafico a nome del movimento – riteniamo che veramente un percorso di legittimazione culturale della città nell’attuale contesto storico vada costruito con pazienza e con sacrificio. L’impegno di tutti coloro che gratuitamente si sono spesi in questa avventura costituisce per noi un punto di partenza, non un punto di arrivo”.

“La Siracusa che verrà – afferma Mangiafico – vedrà davvero la riapertura del Teatro di Verdura, della Latomia dei Cappuccini, della Cripta del Collegio, la salvaguardia e valorizzazione di un Parco delle Sculture e di un Percorso delle Mura Dionigiane, come la scommessa su un Museo della Città, ben oltre la retorica imbarazzante di ciò che i cittadini osservano concretamente nella città di oggi”.

 

 

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