Fabio Granata e Siracusa al futuro: “ai profeti di sventura dico che la città sarà cultura, ricerca e innovazione”

 Fabio Granata e Siracusa al futuro: “ai profeti di sventura dico che la città sarà cultura, ricerca e innovazione”

Basta “avvelenatori di pozzi”. E basta “profeti di sventura” e “nemici del fare” che paiono bearsi delle sconfitte per Siracusa. Le definizioni son di Fabio Granata, l’assessore alla Cultura che torna a parlare della recente corsa per il titolo di capitale italiana della cultura. “Abbiamo partecipato non tanto per acquisire l’ennesimo riconoscimento ma per metterci con coraggio in discussione con le qualità, la specificità e, perchè no, anche i limiti attraverso un metodo e una partecipazione della parte migliore della comunità cittadina, in perfetta continuità con una storia in cui il ruolo di Capitale è stato spesso un destino”, puntualizza subito Granata che non ha gradito alcune prese di posizione pubblica. E sembra quasi un riferimento diretto, ad esempio, al pensiero dello storico dell’Arte, Paolo Giansiracusa. “Alcuni interventi da avvelenatori di pozzi che abbiamo letto in questi giorni, tutti indistintamente provenienti da chi non ha mosso un solo dito o avanzato una sola proposta per Siracusa2024, appaiono strumentali, tristi e privi di ogni consistenza. Io sono da sempre ostinatamente impegnato per la piena rigenerazione della Città, per un miglioramento della sua qualità della vita e per una ulteriore valorizzazione del suo Patrimonio Culturale. E al di là della piccola schiera dei profeti di sventura, Siracusa sarà sempre più percepita come la Città della cultura, della ricerca e dell’innovazione”, dice tutto d’un fiato.
Le attenzioni su Ortigia (per alcuni troppe) sono state vissute come una scelta a discapito del resto della Città, ma “per i viaggiatori invece questa cesura tra centro storico e città nuova ha determinato come una percezione di due ambiti urbani distinti, addirittura due Città diverse. Attraverso la Candidatura – spiega ancora Granata – abbiamo potuto pianificare e mettere a sistema una serie di progetti, alcuni già in itinere, in grado di creare connessioni e collegamenti attraverso infrastrutture materiali e immateriali. Azioni che riguarderanno luoghi ‘eccentrici’, al di fuori dei circuiti consolidati delle iniziative culturali, spesso realizzate principalmente nell’isola di Ortigia e all’interno del grande Parco Archeologico”. D’intesa con il principio della diversificazione culturale che guarda all’intero perimetro interno ai 27 km delle Mura Dionigiane. “Migliorare l’accessibilità dei Musei cittadini, aprire nuovi spazi espositivi, suggellare l’identità di Città Teatro legando la straordinaria realtà dell’Inda e del Teatro Greco al Teatro Comunale e al Teatro di Verdura in via di riapertura, valorizzando Archimede come simbolo universale di innovazione e tecnica, esaltando lo sterminato patrimonio paesaggistico e ambientale marino e terrestre attraverso innovativi collegamenti via mare e nuovi camminamenti accessibili a tutti”. Questi gli obiettivi fissati da Granata. Per quanto lodevoli e possibili, non convincono però l’opinione pubblica ormai assuefatta a vent’anni buoni di annunci non seguiti dai fatti.
“Ma la splendida partecipazione attiva dei cittadini, delle associazioni e delle categorie e il progetto condiviso che ne è scaturito, consentiranno di concretizzare questo obiettivo, insieme a quello di nuove filiere culturali e creative, stimolando la crescita del capitale umano attraverso l’alta formazione, la crescita della offerta universitaria pubblica e privata, le importanti Accademie teatrali e artistiche già attive e le nuove opportunità imprenditoriali di settore”, si dice certo l’assessore alla cultura.

 

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