Chiusura Ccr di Targia, le reazioni della politica: “Colpa del Comune, ora corra ai ripari”
Potenziare urgentemente i CCR mobili, aumentandone il numero e gli addetti. Questo l’input che parte da Italia Viva, attraverso i coordinatori cittadini Donatella Lo Giudice e Salvo Piccione, dopo l’annuncio della chiusura, a partire da domani e fino a data da destinarsi, del centro comunale di racconta di Targia, dopo quella, che risale a diversi mesi fa, di contrada Arenaura.
Italia Viva sostiene che il rischio, se non si corre ai ripari, è quello di un aumento spropositato di discariche abusive disseminate lungo il territorio. “Occorrerà implementare pure il servizio di raccolta degli olii esausti e degli ingombranti- spiegano Piccione e Lo Giudice- ma l’amministrazione non ha fornito alcuna informazione sulla questione. Apprendiamo che il motivo “tecnico” sarebbe legato alla scadenza di alcune autorizzazioni, riteniamo già singolare il fatto che se ne siano accorti a due giorni dalla scadenza.
Considerato che il CCR di Contrada Renaura è chiuso da parecchi mesi-proseguono i due esponenti di Italia Viva- ai cittadini rimane il problema, enorme, del conferimento della raccolta differenziata ai fini della scontistica sulla TARI, perché appare improbabile che i CCR mobili legati a punti e orari, possano sopperire alla chiusura del secondo CCR, visti i volumi dei materiali conferiti presso il Centro di Raccolta di Targia”.
Duro il giudizio sull’amministrazione Italia che, secondo la forza politica, “ha dato dimostrazione di essere abilissima nel creare disagi improvvisi e prolungati ai cittadini siracusani, per cui non ci aspettiamo nulla di buono. Sullo sfondo-concludono Lo Giudice e Piccione- di tale ennesimo disastro rimane il rammarico per un’amministrazione miope, del tutto incapace di programmare e garantire il funzionamento anche minimo dei servizi e che continua ad arrecare danni ai cittadini, a cui, peraltro, è stata aumentata la TARI.
Sul tema interviene anche Fratelli d’Italia, attraverso le parole di Paolo Cavallaro del Circolo Aretusa, Samanta Ponzio, del circolo Atrejiu e di Franco Implatini del circolo Bartolo Implatini.
“Non c’è dubbio -sostengono i tre presidenti di circolo – che qualsiasi sia la ragione dell’immediata ed improvvisa chiusura, sono evidenti responsabilità da parte di qualcuno o di qualche Ente che non è riuscito a garantirne l’apertura senza soluzione di continuità. Si apprende della scadenza dell’Aua, l’autorizzazione unica ambientale, della della necessità di una conferenza di servizi, di pareri di Arpa e Comune, di un decreto che il Libero Consorzio dei Comuni dovrebbe emettere e della successiva autorizzazione del Suap”. La deduzione di Fratelli d’Italia è che “la differenziata a Siracusa non funziona e non da ora”.
Il tema porta Cavallaro, Ponzio e Implatini ad estendere lo sguardo ad altri aspetti della gestione dei rifiuti. Chiedono di conoscere il numero degli utenti Tari e quanti si stima vivano nell’ombra, “liberi di buttare i rifiuti dove vogliono”. Chiedono, poi, di conoscere i ricavi economici dal riciclo dei rifiuti differenziati. Infine una considerazione. “Ci saremmo aspettati una riduzione consistente, visto che le percentuali di raccolta differenziata sono aumentate rispetto agli anni scorsi; oppure dobbiamo rassegnarci all’idea che a Siracusa la raccolta differenziata, utile sotto il profilo ambientale, sia un onere destinato ad incidere sempre e pesantemente sulle tasche dei cittadini?”
Resta, per Fratelli d’Italia, “la responsabilità di chi non ha garantito il mantenimento dell’apertura del CCR, di chi probabilmente ha tardato in provvedimenti e pareri; i prossimi giorni ci aiuteranno a capire di più augurandoci che chi di dovere faccia totale chiarezza in nome dei principi di trasparenza che dovrebbe informare ogni azione amministrativa”.