Riti e tradizioni della Pasqua nel siracusano: Lamientu, Paci, Scontru e Scisa a Cruci

 Riti e tradizioni della Pasqua nel siracusano: Lamientu, Paci, Scontru e Scisa a Cruci

di Salvo Sorbello

Sarà anche questa una Pasqua particolare in provincia di Siracusa. Poteva e doveva essere la Festività che segnava il ritorno alla normalità, ma la guerra nel cuore dell’Europa e la costante presenza del covid pesano comunque sui siracusani e sui tantissimi turisti che sono tornati nella nostra zona.
Descrivere tutti i riti e le cerimonie che si stanno svolgendo in questi giorni in ogni Comune del siracusano è praticamente impossibile. Dopo qualche titubanza, con annesse polemiche fuori luogo, ovunque si tornerà alle tradizioni pre-covid, confidando nel buon senso dei partecipanti ai vari momenti pubblici.
Così a Ferla cresce l’attesa per la Sciaccariata del sabato notte, quando la statua del Cristo, al suono delle campane che annunciano la Resurrezione, percorrerà di corsa la via principale, accompagnato dalle sciaccare, torce fabbricate in maniera artigianale con arbusti e liane. Sarà l’indomani, la mattina di Pasqua che Cristo incontrerà la Madonna, nello Scontru che ancora oggi emoziona i numerossimi presenti.
A Siracusa oggi alle 18.30 in Cattedrale, «La Passione del Signore», celebrata da S.E. l’Arcivescovo Mons. Francesco Lomanto. Si ricorda la crocifissione, la morte e la deposizione di Gesù e si partecipa all’azione liturgica con l’adorazione della Croce.
Alla fine della celebrazione la tradizionale Processione con il simulacro della Vergine Maria Addolorata insieme al monumento del Cristo Morto. La processione, per le vie di Ortigia, è organizzata da don Guido Scollo, parroco della chiesa di San Pietro al Carmine, e sarà guidata dalla Confraternita del Carmine e dalle Confraternite dell’Immacolata, di Santa Lucia e di San Sebastiano.
A Floridia stasera alle 18,30 “A scisa a Cruci” in chiesa Madre e a seguire la processione del Cristo morto, mentre in tanti Comuni, tra cui Noto, Avola, Pachino, Canicattini e Rosolini, tornerà, nella tarda mattinata di domenica, “a Paci”, l’esaltante incontro tra i simulacri del Cristo Risorto e della Madonna, che abbandonerà il mantello nero del lutto, per riabbracciare il Figlio.
A Canicattini la processione del Venerdì Santo si svolgerà ascoltando il Lamientu, un canto di dolore che si perde nei secoli, mentre a Sortino tornano i falò nel segno del “U nummu ru Gesu”. A Palazzolo Acreide nella notte del Venerdì una solenne processione, dopo A Scisa a cruci, raggiungerà la chiesa di Sant’Antonio, dove si concluderà con deposizione del Cristo nel Sepolcro. Sempre a Palazzolo da segnalare l’originale iniziativa delle tre luci che si irradiano dalla parte più alta del paese, quella del castello, per simboleggiare le tre croci sul Calvario.
Ad Augusta riti assai suggestivi, per tutta la Settimana Santa, tra cui il tradizionale rito della Tromba, che c’è stato stanotte, mentre stasera ci sarà la processione del Cristo Morto e dell’Addolorata. Alle 12,00 di domenica, sul sagrato della chiesa di Santa Lucia, “Crisci e fatti ranni”.
A Lentini stasera a Scisa a Cruci: il Cristo viene deposto dalla Croce e portato in processione seguito dalla Madonna Addolorata. Nei pressi della chiesa di San Francesco all’Immacolata le figlie di Maria rivolgono canti a Gesù e alla Madonna che arrivano al cuore di tutti i presenti.
Una tradizione poco conosciuta ma assai suggestiva a Portopalo di Capo Passero, dove un gruppo di cantori locali intona un canto in dialetto siciliano detto “𝑈 𝐿𝑎𝑚𝑖𝑒𝑛𝑡𝑢”. Una sorta di cantilena dalle inflessioni musicali orientali rivissuta attraverso i pensieri e le parole di dolore della Madonna consapevole della terribile sorte che da lì a poco toccata al proprio Figlio.
Innumerevoli altri sono i riti che si svolgono in una provincia dalla storia millenaria come quella di Siracusa e avremo certamente modo di tornarci.

 

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