La caporetto della differenziata a Siracusa: si consuma la restaurazione silenziosa del sacchetto

 La caporetto della differenziata a Siracusa: si consuma la restaurazione silenziosa del sacchetto

In una foto, l’ennesima, la caporetto della raccolta differenziata a Siracusa. Una distesa disumana di sacchetti ricolmi di ogni genere di rifiuto invade via Algeri, periferia della periferia. Il problema non è se funziona o meno il sistema di raccolta in quelle zone (come in molte altre della città). Gli operatori ecologici fanno il loro, con la solita regolarità, pur se tra i mille limiti di un sistema di discariche ormai al tracollo.
Quello che questa immagine segnala è la fragilità del debole equilibrio cittadino quando si parla di spazzatura. Siracusa è città delle forti contrapposizioni: chi rispetta il calendario di conferimento e chi no, chi fa una differenziata accettabile e chi no, chi fa il furbetto e chi no, chi paga la Tari e chi no. L’evidenza di una foto come quella che arriva da via Algeri – ma potrebbe essere la Borgata, come la Pizzuta, come anche Scala Greca – è che il sistema funziona finchè la maggioranza dei cittadini collabora. Se viene meno la collaborazione dei più, come in questi giorni, la macchina pubblica comunale non ha strumenti e forza per correggere, sanzionare, ripristinare. L’unico strumento (costoso) è quello delle bonifiche straordinarie. Salvo ritrovarsi pochi giorni dopo con le stesse, identiche scene. Tekra non investe in comunicazione per formare ed educare i cittadini – nonostante lo preveda il capitolato – ed anche in questo caso, il Comune non ha la forza di intervenire.
Molti cittadini continuano a produrre e gettare indiscriminatamente spazzatura, come se non ci fosse un domani, ma non si vedono i bollini rossi da “rifiuto non conforme”, come non si hanno notizie di multe e sanzioni. Spariti i mastelli, in strada solo cumuli di “munnizza”. Una ribellione silenziosa e nei fatti di una popolazione stanca di non vedere miglioramenti tangibili ben oltre i punti di una percentuale.
Serve chi guida una comunità e non lo si fa solo con i buoni propositi o i precetti morali. Si sta in campo, o meglio si sta in strada. Ma multe e sanzioni non sono popolari, tolgono voti. E poi di che stupirsi se persino il presidente della Regione alza bandiera bianca con una dichiarazione in tv da far gelare i polsi: “non ce la possiamo fare con la raccolta differenziata, anche per ragioni culturali”. Condannati all’arretratezza per Dna o per politica?

 

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