Zona industriale, per Zappulla (SI) “il futuro è seriamente compromesso”
Il futuro della zona industriale? “E’ seriamente compromesso”. Ne è convinto il segretario provinciale di Sinistra Italiana, Sebastiano Zappulla. “Le condizioni generali della nostra zona industriale destavano preoccupazione già negli anni scorsi, ma il fatto di rimanere esclusa dai fondi del Pnrr èer la transizione energetica e per una
parte di essa, Isab-Lukoil, l’essere oggi il bersaglio delle sanzioni alla Russia ha reso ancora più precarie le sue condizioni attuali, aprendo, di fatto, uno scenario di crisi economica, sociale, ambientale e occupazionale con cui dovremo fare i conti”, è l’analisi che vale quanto una fosca previsione per il futuro.
“In questi mesi e nelle ultime settimane abbiamo assistito al lancio di appelli, allarmi e richieste di tavoli tecnici da parte del governo regionale, della deputazione nazionale e regionale siracusana, dei sindacati e della associazione degli industriali. All’unisono si dicono tutti preoccupati per la crisi che attraversa il settore industriale, per il futuro nero che si prospetta, per l’impatto drammatico sull’occupazione e per il tracollo economico che subirà la nostra provincia. Sono preoccupazioni che condividiamo totalmente”, dice ancora Zappulla.
Per Sinistra Italia due i dati da evidenziare: “più di 10mila addetti rischiano di perdere il posto di lavoro e il 50% del Pil provinciale andrà in fumo se la zona industriale chiuderà i battenti”.
La crisi ha origini lontane per il segretario Zappulla. “Da anni, infatti, assistiamo al ridimensionamento degli asset produttivi, al calo degli occupati stabili e all’aumento della precarietà nei nuovi assunti e alla chiusura di aziende che non sono riuscite a reggere il mercato; inoltre non si è visto nessun investimento economico sulla riconversione per rilanciarla nel mercato energetico europeo e mondiale. È mancata la governance politica, e la classe dirigente non è stata capace di ritrovarsi, unitariamente, su un nuovo modello di sviluppo in linea con le nuove strategie energetiche del paese”.
Quanto alle soluzioni, per Sinistra Italiana non è il caso di confidare troppo nel governo. “Bisogna muovere una diffusa mobilitazione dal basso, coinvolgendo cittadini e lavoratori, per ricordare a chi ci governa che questo territorio non vuole morire, rivendica il diritto di esistere e pretende il rilancio del suo comparto industriale
nel solco della transizione energetica e del rispetto dell’ambiente. Per un distretto industriale rinnovato e all’avanguardia, con lavoro stabile e qualificato, che sia il fiore all’occhiello dell’intero Paese”.