Energy Forum di Legambiente a Siracusa, tavola rotonda sulla transizione energetica

 Energy Forum di Legambiente a Siracusa, tavola rotonda sulla transizione energetica

Primo Energy Forum di Legambiente a Siracusa, nell’ambito della campagna Sicilia Carbon Free, per raggiungere emissioni zero al 2040 con efficienza energetica e fonti rinnovabili. E’ stato un momento di confronto e discussione con gli attori del territorio chiamati a governare i cambiamenti che la transizione ecologica ed energetica richiedono. “Le preoccupazioni dei lavoratori del comparto fossile per la riconversione al modello energetico rinnovabile sono legittime, ed è per questo che bisogna pretendere che i fondi per la transizione siano ben spesi. La riconversione sia occasione per una trasformazione equa in termini di giustizia ambientale e sociale”, spiega Anita Astuto, responsabile energia e clima di Legambiente Sicilia. “Il nostro vuole essere un contributo operativo sul territorio, fornendo un punto sulla innovazione tecnologica e la ricerca, attraverso il contributo di enti di ricerca, università e aziende. Stiamo stimolando la costruzione di piani per la giusta transizione, perché la transizione energetica è adesso e non ci sarà un’altra occasione.”
I lavori dell’Energy Forum siracusano hanno visto una prima parte dedicata ai contributi tecnico-scientifici con un focus su idrogeno verde ed eolico; poi spazio alla tavola rotonda su “Polo energetico siracusano: ultima chiamata”, moderata da Paolo Tuttoilmondo del circolo Legambiente Siracusa. Hanno partecipato rappresentanti della Cgil, di Confindustria Siracusa, Enzo Parisi di Legambiente di Augusta e il vicepresidente nazionale di Legambiente Edoardo Zanchini. “In realtà le tecnologie sono mature, serve la volontà politica di costruire un Piano per la giusta transizione, che garantisca formazione, bonifiche e investimenti sui territori più coinvolti dalla trasformazione del modello energetico e serve che la politica abbia una visione del ruolo che la Sicilia deve assumere”, l’analisi di Zanchini.
Paolo Tuttoilmondo definisce “imprescindibile” il fatto che qualunque progetto collegato alla transizione ecologica dell’area industriale “sia preliminarmente presentato, esaminato e discusso nel territorio, in tavoli pubblici con i cittadini, le associazioni e le parti sociali, perché la condivisione e l’apprezzamento del progetto sono essenziali per la sua realizzazione. E’ necessaria chiarezza e trasparenza sui progetti che gli industriali dicono di aver presentato ma che non sono stati resi noti”.
Sulla stessa linea insiste Enzo Parisi: “Non c’è transizione senza bonifiche, fermiamo le opposizioni strumentali alle procedure di bonifica dei suoli e del fondale marino e recuperiamo i troppi anni di tempo perduti. Basta con la riproposizione di progetti obsoleti (rigassificatori, inceneritori, deposito gnl) e in contrasto con le strategie di lotta ai cambiamenti climatici. Urgente il cambio di passo, dalla transizione alla rivoluzione, bisogna correre veloci. La ricerca è essenziale. Progettare e realizzare le strutture del futuro e non andare a tutto gas verso il passato”.

 

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