Pnrr acqua, Siracusa “bocciata” dalla Corte dei Conti. Cafeo: “Scelte sbagliate”
“Siracusa tra i sei comuni inadempienti quanto a stato di attuazione del Pnrr per il servizio idrico. La bocciatura della Corte dei Conti crea una situazione che mette a rischio i fondi ”.
A gridare allo scandalo è il deputato regionale di Prima l’Italia, Giovanni Cafeo, che commenta così il parere espresso dai magistrati contabili. Situazione deficitaria, quella fotografata a Siracusa, Palermo, Catania, Messina, Ragusa e Trapani, alle prese con un piano di riordino del servizio idrico non ancora concluso.
“La relazione della Corte dei Conti – spiega Cafeo – dimostra che la mancanza di un partner industriale ed i ritardi nelle costituzione degli Ato sono alla base dell’incapacità dei territori di non intercettare i fondi previsti dal PNRR”.
Cafeo contesta la decisione, come è accaduto nel Siracusano, di affidare il servizio idrico ad un gestore unico a partecipazione pubblica.
“Ci siamo dichiarati contrari rispetto alla scelta della gestione in house del servizio idrico, decisa dall’assemblea – rivela il parlamentare regionale di Prima l’Italia – dei sindaci del Siracusano. Una scelta legittima ma sbagliata: certo, fare populismo porta dei consensi immediati ma chi amministra ha l’obbligo di compiere delle scelte che tengono conti degli interessi dei territori nel medio e lungo termine. La corsa sfrenata per la gestione integrale del servizio idrico sta portando ad un risultato funesto, cioè la forte possibilità di perdere i finanziamenti del PNRR”.
“Le nostre reti idriche – prosegue Cafeo – sono pessime, basta vedere quanto accaduto di recente nel quartiere della Borgata, a Siracusa, dove il servizio è stato interrotto in più occasioni, rendendo necessario l’intervento di un’autobotte. C’è la necessita di realizzare delle nuove condotte non solo per rendere il servizio più efficiente ma anche per evitare di disperdere una risorsa fondamentale e sempre più precaria. I fondi del PNRR consentirebbero di colmare questo gap”.
Il deputato regionale illustra alcuni passaggi della relazione dei magistrati della Corte dei Conti che testimoniano una situazione allarmante.
“Nel parere della Corte dei Conti – dice Cafeo – emerge che i maggiori ritardi si contano in quei territori <in cui il riassetto della “catena di comando” non si è ancora conclusa, dove mancano operatori industriali e persistono le gestioni dirette dei Comuni. In questi territori, le inerzie e le inadempienze, sia degli Enti pubblici locali, sia delle Regioni, hanno inibito sino ad oggi lo sviluppo del settore>.