Stop ai reflui industriali al depuratore, dove finiranno adesso? E che succede ad Ias?

 Stop ai reflui industriali al depuratore, dove finiranno adesso? E che succede ad Ias?

Il gip del Tribunale di Siracusa è perentorio: “il depuratore dovrà continuare ad operare solo con riferimento ai reflui c.d. domestici, senza più poter consentire l’immissione dei reflui provenienti dalle grandi aziende del polo industriale”. Niente reflui di origine industriale nel depuratore consortile gestito da Ias, società adesso nella bufera insieme ai vertici delle società “grandi utilizzatrici”.
La gestione dell’impianto è stata affidata ad un amministratore giudiziario che si avvarrà di un’equipe di tecnici professionisti per assicurare la prosecuzione dell’attività. In ogni caso i reflui provenienti dai centri urbani di Melilli e Priolo Gargallo continueranno ad essere trattati dall’impianto sequestrato. “Le scelte aziendali saranno orientate a garantire la prosecuzione del servizio di depurazione, anche nell’ottica di salvaguardare le esigenze occupazionali”, spiegano dalla Procura di Siracusa.
Ma il depuratore consortile era considerato il “fegato” della zona industriale. Senza, rischia di andare in crisi il sistema. Gli impianti sud del polo petrolchimico possono contare su di un impianto Tas interno e in gran parte coperto che può garantire ad Isab il trattamento dei reflui industriali. Per gli impianti dell’area nord, non c’è alternativa a Priolo Servizi ma con un inevitabile “ingolfo” dovuto all’indisponibilità delle vasche di Ias. Una alternativa sarebbe lo stoccaggio in loco per poi trasferire i reflui in impianti autorizzati in altra provincia, con un aumento dei costi per le aziende.
Il provvedimento di sequestro, e soprattutto lo stop ai reflui industriali, avranno inevitabilmente ripercussioni sul delicato sistema economico-sociale della zona industriale. La paura adesso è che alcune aziende meno “legate” al territorio possano decidere di andare altrove. Dalla Procura di Siracusa spiegano che l’azione era inevitabile “per impedire che il depuratore continuasse ad operare sulla base degli attuali titoli autorizzatori, ritenuti non conformi a legge, non più efficaci da oltre un decennio e comunque solo parzialmente rispettati”.

 

Potrebbe interessarti