Salute vs occupazione: politica sul filo del delicato equilibrio delle tutele dopo il caso Ias
Continuano le reazioni al sequestro del depuratore consortile e delle quote societarie di Ias. Per il segretario provinciale del Partito Democratico, Salvo Adorno, “il provvedimento di sequestro desta allarme e preoccupazione per le conseguenze che possono determinarsi sul già precario sistema produttivo della nostra zona industriale e porta il territorio e le istituzioni ad interrogarsi sul che fare”. Il momento è già critico per il polo aretuseo e – secondo Adorno – questa nuova vicenda alimenta le preoccupazioni per il futuro, “molto più gravi che altrove, se si tiene conto che da circa settanta anni la maggioranza del PIL provinciale viene prodotto dagli insediamenti industriali”, ricorda il segretario PD.
Nessuna polemica con la Procura (“comprendiamo le ragioni per le quali si è reso indispensabile impedire il proseguimento dell’attività depurativa considerato il ‘livello inaccettabile di rischio per la salute'”) ma quello che sorprende il Pd siracusano sono piuttosto “i motivi dei ritardi per la realizzazione di infrastrutture importanti per migliorare l’efficienza depurativa dell’impianto, tra cui la copertura delle vasche e l’impianto di deodorizzazione mai entrato in funzione e la mancanza delle autorizzazioni necessarie mai rinnovate e non conformi alle disposizioni di legge vigenti per l’esercizio dell’impianto. Responsabilità assai gravi che coinvolgono la Regione, proprietaria dell’impianto, e i CdA dell’IAS che si sono succeduti in questo ultimo decennio”.
Il Partito Democratico chiede soluzioni che adesso possano assicurare la tutela della salute senza creare disoccupazione. La proposta è quella di coinvolgere la Prefettura di Siracusa in cabina di regia, ma chiara emerge – per Adorno – la necessità di “rivedere radicalmente il ruolo dell’Ias, della sua struttura societaria e dei rapporti tra privato e pubblico”.
Per Fratelli d’Italia, invece, “la decisione del Gip del Tribunale di Siracusa, che ha accolto la richiesta della Procura di Siracusa, ha colto tutti di sorpresa, soprattutto in ordine agli effetti immediati delle misure adottate che impongono il divieto di smaltimento dei reflui industriali nel depuratore consortile”. Questo perchè l’assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente aveva avviato lo scorso anno l’iter per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, “passaggio deciso in un tavolo tecnico al quale ebbero a partecipare rappresentanti di Regione, Arpa, Ati idrico, ex Provincia e comuni di Siracusa, Priolo e Melilli”.
Con lo stop ai reflui industriali in quel depuratore, “nel breve arco di qualche giorno le industrie potrebbero essere costrette a sospendere la produzione con inevitabili effetti deleteri per l’occupazione lavorativa e per tutto l’indotto della zona industriale. La tutela dell’ambiente è chiaramente tema di rilevanza primaria e bene ha fatto la Procura ad avviare le indagini in ordine al rispetto delle norme di legge in materia. Allo stesso modo di estrema importanza è garantire a tutti i dipendenti dell’IAS e delle imprese che operano nell’area industriale, oltre che di quelle che orbitano nell’indotto, il regolare impiego”, si legge nella nota del coordinamento provinciale di FdI. “Al di là degli esiti processuali che accerteranno i fatti contestati, la politica deve fare
subito la propria parte. E’ necessario che si intervenga, nel rispetto delle decisioni della magistratura, con azioni adeguate alla salvaguardia dell’occupazione e per accelerare la definizione del rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale per il depuratore consortile”.