Depuratore Ias, Cafeo duro: “Regione assente, senza soluzioni zona industriale a rischio”
“Se non si risolve il problema del depuratore Ias, il polo petrolchimico di Siracusa è destinato alla chiusura nel volgere di poche settimane. A quel punto, si aprirebbero le procedure per la Cassa integrazione con conseguenze drammatiche per il futuro di migliaia di lavoratori della zona industriale”. Non usa troppi giri di parole il deputato regionale Giovanni Cafeo (Prima l’Italia). In precedenza, in un video sui social, anche il deputato regionale Giorgio Pasqua (M5s) aveva lanciato un simile allarme.
Per Cafeo, è il momento in cui la politica “deve assumersi le sue responsabilità” come “fino ad oggi non ha fatto”. Riferimento diretto alla Regione, proprietaria del depuratore consortile finito sotto sequestro. “Di recente, il direttore del Territorio ed Ambiente della Regione ha deciso di non concedere una procedura in deroga per il conferimento dei reflui industriali nelle vasche del depuratore Ias e nei prossimi giorni, quando la Regione siciliana rilascerà l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, saranno inserite delle nuove prescrizioni che si aggiungeranno alle altre non ancora adottate. Questo vorrà dire che ci vorranno tra i 3 ed i 4 anni perché vengano ottemperate quando, invece, siamo con le ore contate e con il rischio evidente di un tracollo della zona industriale. Se ancora non è chiaro, per le aziende del petrolchimico non avere la possibilità di conferire i reflui equivarrebbe a chiudere gli impianti ma il paradosso è che per fermare uno stabilimento sono necessari gli scarichi”, spiega ancora Cafeo.
“Il depuratore è di proprietà della Regione – prosegue il deputato regionale – ma il suo presidente, che riveste anche il ruolo di coordinatore dei prefetti, non ha mosso un dito per risolvere il nodo dell’Ias e di conseguenza della zona industriale siracusana; Musumeci deve adesso metterci la faccia e assumersi le sue responsabilità politiche, attraverso l’eventuale rilascio dell’autorizzazione in deroga sul modello della gestione in emergenza dei rifiuti, con un atto forte, chiaro, condiviso che dia garanzie agli attori istituzionali coinvolti e restituisca un po’ di serenità agli operatori economici del petrolchimico e, di conseguenza, alle migliaia di famiglie di lavoratori coinvolti. Io ringrazio gli assessori che fin qui si sono occupati di questa vicenda ma per la complessità della problematica, con ricadute sull’intera economia siciliana, è necessario da un lato un’assunzione di responsabilità e dall’altro un intervento risolutivo da parte del massimo responsabile del Governo dell’Isola”.
Pochi giorni fa, intanto, il no del ministro Giorgetti alla richiesta di istituzione dell’area di crisi industriale. “Che non ci fossero le condizioni per fare rientrare la zona industriale negli aiuti lo si sapeva, perché, purtroppo, la norma è estremamente datata. Del resto – continua Cafeo – la stessa legge che regola l’area di crisi industriale non tiene conto dell’attuale scenario internazionale, legato ad una crisi energetica senza precedenti, i cui effetti si sentono già nel mondo produttivo. D’altra parte, quello dell’energia non è un problema che interessa solo la zona industriale siracusana ma l’intera economia mondiale”.
Il segretario regionale di Prima l’Italia, Nino Minardo, ha organizzato un incontro con il ministro Giorgetti. “E’ mia intenzione esserci perché, da un lato c’è un partito da costruire e dall’altro, da rappresentante del territorio ho l’opportunità di contribuire alla comprensione della complessità della situazione. Sarà anche una occasione per comprendere quale siano le vere intenzioni del Governo sulla zona industriale. La sensazione – continua Cafeo – che il territorio si senta distante dalle priorità del Governo è palpabile”.