Incendio al deposito rifiuti, la Procura apre un’inchiesta. Comitato Stop Veleni: “Più informazioni”

 Incendio al deposito rifiuti, la Procura apre un’inchiesta. Comitato Stop Veleni: “Più informazioni”

La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per comprendere cosa è accaduto nell’impianto di contrada San Cusumano dove ieri pomeriggio è divampato un rovinoso incendio, con decine e decine di ecoballe in fiamme. Attesa per i risultati dei campionamento condotti dai tecnici Arpa, con diversi canister e attraverso le centraline fisse presenti nella zona industriale. Ci vorranno 24 ore circa per conoscere gli esiti degli esami di laboratori e per sapere con esattezza cosa è finito in atmosfera, per effetto della combustione, ed in che proporzione.
E non mancano le polemiche. Il Comitato Stop Veleni bolle come “del tutto insufficienti, intempestive e parziarie” le informazioni diramate dagli Enti di controllo e dalle autorità istituzionali preposte. “I residenti allarmati dalla densa coltre di fumo nero levatasi in atmosfera che in pochi minuti ha raggiunto la zona nord di Siracusa, non hanno ricevuto nell’immediatezza la ben che minima informazione sul comportamento da tenere per ridurre al minimo gli effetti certamente nocivi del fenomeno narrato. Molte sono state le doglianze lamentate, su tutte mal di testa, difficoltà respiratorie e a deglutire, spasmi addominali”, si legge nella nota diramata alle redazioni.
Per il Comitato Stop Veleni sarebbero mancati riferimenti precisi a limitazione di attività all’aperto in prossimità di quanto accaduto, divieto di attività di pascolo, divieto di consumo di alimenti di origine animale e vegetale prodotti nell’area interessata o di foraggiamento coinvolto e destinato ad animali al pascolo. Nessuna indicazione sanitaria sui rimedi da adottare per lenire i disturbi percepiti dalla popolazione”.
Ma i sindaci di alcune zone coinvolte (Augusta, Priolo, Siracusa) spiegano di aver seguito scrupolosamente le procedure di Protezione Civile, con il coordinamento della Prefettura di Siracusa. “Le comunicazioni via social rivolte alla popolazione avevano carattere precauzionale e di prudenza”, spiegano all’unisono. Alle volte, in effetti, l’eccesso di panico può rivelarsi controproducente. La catena di protezione civile, incluso il coinvolgimento della Prefettura, è scattata tempestivamente, con monitoraggio continuo.

 

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