Reti idriche colabrodo, Ficara: “Ultima chiamata per non perdere i fondi nel siracusano”
Reti idriche colabrodo in provincia di Siracusa, ci sono altri 290 milioni di euro disponibili per la riqualificazione di acquedotti vecchi e con continue perdite. “Comprendo che l’attenzione sia tutta rivolta alla campagna elettorale – dice il parlamentare Paolo Ficara (M5s) – ma non vorrei che ai sindaci della provincia di Siracusa fosse sfuggito che entro ottobre vanno presentati i progetti per poter accedere alle ultime risorse stanziate”. Il parlamentare siracusano torna così sul tema, dopo i primi due bandi che hanno visto la provincia di Siracusa ai margini, perchè senza tutti i criteri previsti per partecipare alla misura finanziata con il Pnrr. Più volte, nel corso dell’ ultimo anno, Ficara ha richiamato sul tema gli amministratori locali.
“Ricordo che gli interventi previsti dal PNRR per la riduzione delle perdite nel settore idrico ammontano a 900 milioni di euro, ai quali si aggiungono quelli già finanziati con altri programmi, come quello da 480 milioni per le regioni del Sud a dicembre dello scorso anno. Purtroppo fino ad ora l’attesa di alcuni Comuni ritardatari negli adempimenti relativi all’Ati provinciale, è costata già parecchi milioni di euro all’intera provincia di Siracusa che non ha, al momento, potuto partecipare ai bandi fin qui pubblicati”, continua Ficara. Adesso l’ultima chiamata, proprio per quei territori in ritardo. E’ stato concesso tempo extra per poter definire il sistema di gestione: presentazioni proposte dal 1° settembre al 31 ottobre.
“Dopo la bocciatura di inizio agosto da parte del Consiglio comunale di Carlentini dello statuto dell’Ati, l’approvazione in estremo ritardo da parte di Palazzolo, rimane solo il Comune di Melilli il cui sindaco, evidentemente, è stato troppo impegnato a trovare la giusta collocazione politica per candidarsi alle regionali. Ma spero che l’Ati andrà avanti ugualmente ed in tempi rapidi, affidando, in supplenza, il servizio di gestione integrata ad una società pubblica. Una gestione a 18 anziché a 21 non è il massimo. Ognuno dovrà farsi carico delle proprie scelte, posizioni e resistenze. Soprattutto davanti ai propri cittadini”, conclude Ficara.
foto archivio