Lo stop al mega-fotovoltaico, Schifani: “Cattiva notizia per chi vuole investire in Sicilia”

 Lo stop al mega-fotovoltaico, Schifani: “Cattiva notizia per chi vuole investire in Sicilia”

La partita per la realizzazione di un mega impianto fotovoltaico tra Canicattini, Siracusa e Not non è ancora finita. Dopo la sospensiva disposta dal Tar di Catania, che ha dato ragione ai tre Comuni contrari alla realizzazione, stoppando l’iter autorizzativo fino all’udienza del 22 gennaio del prossimo anno, fa sentire la sua voce il presidente in pectore della Regione, Renato Schifani. “Valuteremo con attenzione una eventuale impugnativa dinanzi al Cga, perché a prima lettura mi sembra un provvedimento basato su valutazioni discrezionali, e quindi rivalutabili in sede di gravame. Nel pieno rispetto della magistratura, dico che è una cattiva notizia per chi vuole investire nella nostra terra”, la frase riportata dal Giornale di Sicilia.
La preoccupazione è quella di allontanare ulteriormente, così, i grandi investimenti dalla Sicilia. Come, nel recente passato, già accaduto per esempio per il progetto del rigassificatore o dei resort turistici, sempre per rimanere in provincia di Siracusa.
Il Tar ha sospeso gli effetti del decreto con il quale l’assessore al Territorio faceva proprio, il 16 aprile del 2021, il parere positivo di Valutazione di impatto ambientale (Via) integrato dalla Valutazione di incidenza ambientale.
​Nel valutare la richiesta di sospensiva, il Tar ha ritenuto “insufficiente” la “ponderazione dell’impatto complessivo del progetto” rispetto al Piano territoriale provinciale e rispetto al Piano energetico regionale. Inoltre ha giudicato “carenti nella valutazione” i chiarimenti forniti dalle controparti in merito a due aspetti: la “interazione dell’opera con le circostanti aree protette” in quanto Zone speciali di conservazione; la perimetrazione del futuro Parco nazionale degli Iblei i cui atti, già inviati dalla Regione al ministero dell’Ambiente, sono considerati vincolanti anche se il procedimento è in itinere.
​Concludono i giudici che “deve ritenersi prevalente, allo stato, la necessità di evitare il pericolo, accresciuto dalle notevoli dimensioni dell’impianto, di un’irreversibile trasformazione dell’area”.

 

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