Il cattivo esempio delle scuole: montagne di spazzatura, non fanno la differenziata?

 Il cattivo esempio delle scuole: montagne di spazzatura, non fanno la differenziata?

P.A.P.

Sacchi su sacchi che strabordano dai carrellati o rimangono direttamente sulla strada. Perchè davanti alle scuole del capoluogo c’è spesso una montagna di spazzatura? La risposta prevede solo due opzioni: nelle scuole non si fa la differenziata o, se viene fatta, è effettuata male.
La società che gestisce la raccolta dei rifiuti deve programmare turni speciali di riassetto – delle piccole bonifiche – per eliminare quanto smaltito in maniera non corretta dalle scuole. Si tratta spesso di istituti comprensivi. Un brutto esempio per i piccoli studenti, in contrasto con gli striscioni ed i disegni che abbondano in ogni istituto per sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e ad una differenziata di qualità.
Uno dei fattori che amplificherebbe il problema, parrebbe essere legato alle mense scolastiche. Per farla breve, chi di dovere si limiterebbe a smaltire tutto insieme, senza differenziare. Quando, in fondo, la separazione sarebbe semplice: organico, carta, plastica.

Alcuni video per comprendere meglio la portata del problema e il mancato rispetto delle regole della differenziata:

Il Comitato che vigila sulla qualità della raccolta differenziata, un anno fa aveva segnalato con pec tutta la vicenda agli uffici comunali delle politiche sociali. Da qui era partito l’input per una circolare diffusa in tutte le scuole per richiamare su di una corretta differenziata. Non è bastato. E senza i dovuti controlli, ora la situazione pare essere sfuggita di mano. La sensibilità degli operatori della raccolta non basta più. Neanche i bollini rossi. Basterebbe separare la plastica dal resto per avere un netto cambiamento, come nel caso dell0istituto comprensivo Raiti divenuto in poche settimane un esempio virtuoso davanti a tanta anarchia.
Per cercare di rendere tutto sempre più sostenibile, nel capitolato del servizio mensa era stato pensato il ricorso a stoviglie compostabili ma ancora – a vedere i sacchetti – nelle scuole trionferebbe la plastica. Eppure – lamentano le famiglie – le tariffe pagate sarebbero state riviste al rialzo anche per questa necessità.
Non guasterebbe un controllo operativo da parte degli uffici comunali, giusto per verificare il pieno rispetto di quanto previsto nel capitolato e delle regole della differenziata che – è bene ricordarlo – valgono per le scuole come per i cittadini siracusani.

 

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