I farmacisti Covid di Siracusa restano a casa: “Contratti non rinnovati solo a noi”, dubbi sulla scelta dell’Asp

 I farmacisti Covid di Siracusa restano a casa: “Contratti non rinnovati solo a noi”, dubbi sulla scelta dell’Asp

20200411 Verona – Tamponi al Palasport, primo giorno – 20200411 Verona – Tamponi al Palasport, primo giorno – fotografo: Sartori

I tre farmacisti Covid di Siracusa restano a casa.

L’Asp non ha prorogato, già dallo scorso mese, i loro contratti flessibili: un co.co.co e due rapporti libero-professionali a partita Iva.

I tre farmacisti denunciano quella che ritengono una forte discriminazione nei loro confronti da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale retta dal direttore generale Salvatore Lucio Ficarra.Mentre, infatti, i loro contratti non sono stati rinnovati, numerosi assistenti amministrativi, collaboratori amministrativi, periti informatici, ingegneri, infermieri, hanno avuto il rinnovo anche per novembre 2022.

“Le ultime delibere firmate  Ficarra, inoltre- spiega una nota dei farmacisti esclusi-  pongono a base del rinnovo dei contratti di queste categorie di precari la “indispensabilità dell’attività diretta e di supporto svolta dalle richiamate figure professionali, mentre evidentemente  farmacisti e biologi, che hanno contribuito in modo esemplare esponendosi in prima linea e faccia faccia con il COVID 19, ogni giorno per 16 mesi, non servono più”.

Il mancato rinnovo fino al 31 dicembre 2022 sarebbe già, secondo i farmacisti, un diritto negato, “in contrasto con al nota assessoriale richiamata dall’Asp in in funzione della riorganizzazione dei piani aziendali con specifico riguardo alle ricognizioni effettuate nelle singole Unità operative ed in previsione di una eventuale stabilizzazione . Le altre Asp siciliane hanno rinnovato il contratto”

Ai professionisti tagliati fuori, inoltre, “è stato negato perfino un colloquio chiarificatore con il direttore generale. L’unica risposta sarebbe stato un sonoro “no” lungo i corridoi della sede”.

Il dubbio sollevato dai farmacisti è che il mancato rinnovo sia stato voluto, per evitare che i professionisti arrivassero ai 18 mesi di lavoro dopo i quali avrebbero potuto chiedere la stabilizzazione. “Libero arbitrio, forse- commentano- auspicando che sulla vicenda venga fatta chiarezza”.

 

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