Dalla parte delle donne, Daniela La Runa (Ipazia): “La violenza non retrocede”

 Dalla parte delle donne, Daniela La Runa (Ipazia): “La violenza non retrocede”

Daniela La Runa è da sempre dalla parte delle donne. Avvocata di professione, guida il centro anti-violenza Ipazia, raccogliendo l’importante eredità di Raffaella Mauceri. In campo tutti i giorni, lo è ancora di più oggi quando cerimonie ed iniziative si moltiplicano, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
“Oggi anche nel siracusano c’è maggiorare consapevolezza verso il tema ed anche nuove sensibilità. Riceviamo chiamate non solo dalle vittime di violenza ma anche da vicini di casa, amici, persone che vogliono avere strumenti e consigli per aiutare donne che potrebbero essere vittime di violenza. E questo rappresenta un notevole passo avanti della nostra società. Dall’altro lato però – analizza Daniela La Runa – il nostro lavoro è costante e ininterrotto questo vuol dire che restano tanti, troppi i casi di violenza di genere in provincia di Siracusa. La violenza non retrocede, anzi i casi aumentano”.
Il femminicidio rappresenta la peggiore degenerazione di una subcultura di possesso e violenza. I primi segnali, dicono gli esperti, non andrebbero mai sottovalutati. Perchè uno schiaffo, una parola usata per ferire o minacciare sono un campanello d’allarme. Guai a pensare “me lo sono meritato”, “forse è colpa mia”, “magari cambia”. La responsabile del centro Ipazia mette in guardia: “quando arriva il primo schiaffo, le donne devono rendersi conto che non si perdona. Si scappa. E’ un campanello d’allarme certo. Tutto quello che succederà dopo, sarà contrassegnato sempre da violenza”.
Ma come fare per uscire dall’incubo, dove trovare la forza? “La prima cosa da fare è denunciare. E consiglio sempre di rivolgersi ad un centro anti-violenza. Abbiamo strumenti specifici, operatrici formate per aiutare e seguire nei percorsi di uscita. Abbiamo competenze a 360 gradi, dalla sfera psicologica a quella processuale. Siamo in grado di fare da trait d’union con tutta la rete istituzionale, punto imprescindibile dalla parte della donne. E soprattutto, siamo capaci di intervenire nell’immediato con supporto e trasferimenti in strutture ad indirzzo segreto, quando necessario”.

 

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