Pioggia di accertamenti Imu, il commercialista: “Molti sono sbagliati”
“Un problema dei serviti informatici del Comune si trasforma in disservizio ai danni di un altissimo numero di cittadini”.
Il Dottore Commercialista Peppe Canto, che ha in passato rivestito anche il ruolo di Revisore dei Conti a Palazzo Vermexio, punta l’attenzione su quello che sembra essere un nuovo “caso” da chiarire, dopo la vicenda degli avvisi Tari.
“Arrivano in queste settimane a numerosi contribuenti siracusani- racconta Canto- avvisi relativi ad accertamenti Imu, l’imposta municipale unica, soprattutto riferiti al 2017. Richiesta di pagamento di somme non pagate all’epoca che riguarda, però, la prima abitazione. Com’è noto, tuttavia, l’Imu Prima Casa è stata abolita ben prima”.
Secondo Canto, nonostante i cittadini che si vedono recapitare questo tipo di comunicazione non abbiano nulla da temere, potendo facilmente far valere le proprie ragioni, “si tratta anche di spese che il Comune sostiene inutilmente. Prime fra tutti- osserva il professionista siracusano- quei circa 100 mila euro di spese postali da sostenere. Le banche dati del Comune, evidentemente- osserva- presentano dei problemi e si arriva a sparare nel mucchio. In questo modo- ipotizza- ci saranno certamente delle persone che, prese dall’ansia o ignare dell’errore, correranno a pagare centinaia di euro ritenendo di non essere in regola. Nella maggior parte delle circostanze, invece, i siracusani dovranno presentare un’istanza da protocollare oppure inviare una Pec . Gli avvisi concedono 60 giorni di tempo per regolarizzare la propria posizione. In linea di massima, il problema viene comunque presto chiarito. Chi non fa nulla, tuttavia, rischia di ritrovarsi, tra un po’ di tempo, alle prese con le cosiddette cartelle pazze”. Si è, invece, ricomposta la polemica inizialmente divampata intorno agli accertamenti Tari. “In realtà – conclude Canto- quelli sono avvisi nella maggioranza dei casi corretti. Bene il contrasto all’evasione, che dovrebbe essere più incisivo”.