Perchè Ast ferma i bus a Siracusa? "Crisi, servizio in perdita e i Comuni non pagano"

 Perchè Ast ferma i bus a Siracusa? "Crisi, servizio in perdita e i Comuni non pagano"

La comunicazione con cui l’Ast preannuncia lo stop al trasporto urbano a Siracusa è arrivata negli uffici comunali lo scorso 24 gennaio. A firmare la nota, di due pagine, è il nuovo presidente dell’Azienda Siciliana Trasporti, Santo Castiglione. Nell’oggetto, in grassetto, si fa riferimento agli “effetti di incostituzionalità della proroga del servizio di Tpl”. E poi, dopo un trattino, “preavviso di rilascio servizio urbano Ast spa”.
Nelle prime righe viene richiamata la delibera della Corte dei Conti che contesta la proroga degli affidamenti provvisori dei servizi di trasporto pubblico locale, disposti in Sicilia sulla base dell’articolo di una legge regionale dichiarato incostituzionale. Poi l’Ast presenta il vero nocciolo della questione: “Considerato che la Società scrivente versa in una grave situazione di crisi d’impresa e di criticità finanziaria, il C.d.A relativo ha deliberato di ridurre l’impegno produttivo ove si registrano elevati costi di produzione e bassi ricavi di traffico, come nell’ambito del servizio urbano esercitato presso il Comune in indirizzo”, si legge nel testo.
“Alla luce di tutto quanto sopra esposto la Società scrivente (Ast, ndr) è impossibilitata a poter continuare a svolgere il servizio sine titulo considerata peraltro la sopra dedotta situazione di crisi finanziaria e societaria in cui versa, pertanto in mancanza di una rinegoziazione contrattuale delle condizioni del servizio di trasporto urbano esercitato presso l’Amministrazione in indirizzo, la Società con la presente formula, ad ogni effetto di legge, preavviso di interruzione del servizio a far data dal 1 marzo 2023. Si invita, infine, l’Amministrazione Comunale de qua a voler corrispondere, con l’urgenza del caso, le somme relative al servizio fin qui prestato e che risultano ad oggi ancora dovute”.
Bus fermi in città dal primo marzo, quindi. Perchè Ast è in (nota) crisi e perchè il servizio a Siracusa è antieconomico ed in perdita costante. Quindi, se non si arriva ad un nuovo accordo con Palazzo Vermexio – magari rivedendo al rialzo il canone corrisposto in quota parte dal Comune – e non viene saldato il pregresso, bisognerà inventare una nuova soluzione per il trasporto urbano a Siracusa.
Alla finestra anche il Comune di Augusta, che ha ricevuto un’identica comunicazione. Mentre al Comune di Sortino, ad inizio anno, Ast ha scritto solo per comunicare la “revoca effettuazione servizio urbano all’interno del centro abitato”.
In verità, sono in molti a pensare che il tutto si risolverà in una bolla di sapone. Giusto il tempo di qualche interlocuzione, anche a livello regionale, aperture da entrambe le parti e nuove intese. Sarebbe, insomma, il tentativo di alzare l’attenzione sul problema ed avviare una trattativa, senza mirare realmente a migliore per un trasporto locale non percepito all’altezza degli standard qualitativi medi regionali e nazionali.
Nel dubbio, l’assessore alla Mobilità, Enzo Pantano, ha incontrato i rappresentanti di un’altra società di trasporto siciliana, l’Interbus. Giusto in caso di necessità di un piano B da marzo. Pare tramontata la possibilità di un bando per l’affidamento a privati, strada tentata mesi addietro dall’allora assessore Maura Fontana ma mai andata oltre lo stadio di proposta. Nel frattempo, restano fermi in deposito comunale i due bus elettrici acquistati con i fondi del collegato Ambientale e mai entrati in servizio. Difficile che l’Ast accetti la proposta di collaborazione avanzata dal Comune di Siracusa. Una società in crisi, d’altronde, con quali risorse potrebbe garantire due linee in più attraverso l’utilizzo di quei mezzi forniti da Palazzo Vermexio?
L’opinione pubblica siracusana, comunque, non pare fasciarsi la testa alla notizia del possibile addio di Ast. “Occasione buona per pensare finalmente un servizio di trasporto pubblico locale”, dicono in tanti su FMITALIA e sui social.

 

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