Inchiesta sulla gestione del cimitero: 11 indagati nel "sistema" per le sepolture abusive

 Inchiesta sulla gestione del cimitero: 11 indagati nel "sistema" per le sepolture abusive

“Se avete ricevuto delle richieste sospette, informate noi e le forze dell’ordine”. Il delegato del sindaco Giovanni Di Lorenzo ha rivolto questo invito, su FMITALIA, commentando l’inchiesta che si è abbattuta sulla gestione del cimitero di Siracusa ed alcune concessioni di loculi, dietro dazioni di denaro. Dal 2021 segue da vicino anche i servizi cimiteriali, rubrica di cui il sindaco conserva l’interim, e proprio all’interno del cimitero subiì nei mesi scorsi una intimidazione, con alcuni colpi di fucile esplosi all’indirizzo della sua auto in sosta. “Non so se ci siano collegamenti tra le due vicende”, risponde a domanda diretta.
Da ieri si trovano ai domiciliari il direttore del cimitero, Fabio Morabito, e un operaio che lavorava all’interno della struttura. Sono ritenuti responsabili in concorso fra di loro, di induzione indebita, abuso d’ufficio, falsità documentale e sottrazione di cadavere. Il tutto al fine di trarre un ingiusto profitto quantificato in oltre 60.000 euro.
Nel registro degli indagati figurano anche altri 9 nomi. Si tratta di dipendenti e dirigenti comunali, acquirenti dei loculi ed una imprenditrice. Quest’ultima, che svolgeva su incarico del Comune il servizio di esumazione, traslazione ed estumulazione della salme – secondo l’accusa – si sarebbe occupata dello spostamento di resti mortali dai loculi da “mettere a disposizione” nell’ossarietto, anche in assenza della documentazione corretta. Avrebbe, è l’ipotesi, illecitamente “spalleggiato” l’attività di compravendita, al di fuori delle procedure di evidenza pubblica previste e richieste.
Sospetti anche su di un paio di dipendenti dell’ufficio servizi cimiteriali del Comune di Siracusa. Per gli investigatori, avrebbero cercato di “coprire” condotte degli altri indagati poi finite al centro degli approfondimenti dell’indagine.
Anche 5 beneficiari delle “concessioni” hanno ricevuto un avviso di garanzia. Avrebbero collaborato all’ assegnazione irregolare delle cappelle, di cui sarebbero stati coscienti. In un primo momento si era ipotizzato potessero essere vittime di truffa. Una ricostruzione che le attente indagini hanno poi escluso.
Il costo per ottenere il “loculo” per i propri cari – secondo quanto emerge anche in alcune intercettazioni telefoniche finite nei faldoni dell’inchiesta – poteva fruttare anche diecimila euro, rigorosamente in contanti.

 

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