Inchiesta sui "numeri" delle elezioni del 2018, prosciolti in 6 tra presidenti e segretari
Non luogo a procedere per le 6 persone finite nell’inchiesta sui presunti brogli elettorali a Siracusa, durante le consultazioni amministrative del 2018. Lo ha stabilito il gup del Tribunale di Siracusa, nella vicenda che aveva visto finire indagati alcuni presidenti e segretari di seggi elettorali, ora scagionati. L’accusa aveva ipotizzato “alterazioni” nel voto per via dei numeri non corrispondenti che sarebbero stati riportati nei verbali trasmessi da alcune sezioni elettorali.
I risultati delle urne vennero contestati da Ezechia Paolo Reale, candidato del centrodestra finito al ballottaggio con Francesco Italia, quest’ultimo poi risultato eletto. Ne seguirono un’indagine penale ed una amministrativa, combattuta a suon di ricorsi tra Tar di Catania e Cga di Palermo. Nel dicembre del 2019, il Tar annullò la proclamazione di Italia con l’indicazione della ripetizione delle operazioni di voto in 9 sezioni. Poco dopo il Cga ribaltò quel pronunciamento, consentendo al sindaco di Siracusa di tornare in carica.