I 209 anni dell'Arma dei Carabinieri, Barecchia agli studenti: "Potete davvero costruire il futuro"

 I 209 anni dell'Arma dei Carabinieri, Barecchia agli studenti: "Potete davvero costruire il futuro"

Il senso di responsabilità ed il coraggio di essere protagonista del cambiamento, insieme all’impegno di porsi al servizio degli altri. Questi, nella descrizione fatta ieri sera dal colonnello Gabriele Barecchia, gli elementi che caratterizzano e devono caratterizzare un carabinieri. La cerimonia del 209esimo annuale di fondazione dell’Arma dei Carabinieri si è svolta nella cornice del Teatro Comunale di Siracusa, alla presenza del Prefetto, di una rappresentanza dei sindaci dei comuni della provincia, delle autorità civili, militari, religiose e di molti alunni delle scuole della provincia, con lo schieramento di un reparto di formazione composto da militari in Grande Uniforme, rappresentanti delle Stazioni Carabinieri della provincia, e da Carabinieri delle varie specialità, oltre che a una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri e delle altre Associazioni combattentistiche.
La cerimonia è stata anche il momento per tracciare un bilancio dell’attività svolta sul territorio dai carabinieri, restituendo anche un quadro dei fenomeni criminali su cui maggiormente le forze dell’ordine si concentrano. Sono, inoltre, state consegnate delle ricompense  17 militari che si sono maggiormente distinti nello svolgimento del proprio lavoro. Toccanti le parole pronunciate dal Colonnello Barecchia e indirizzate soprattutto ai giovani presenti. “Il futuro non puoi
prevederlo- ha detto il comandante dei carabinieri- ma puoi davvero costruirlo. Questo è il motivo per cui vi dico oggi che dovete desiderare che le cose cambino e che cambino in meglio. Il mio secondo consiglio è che oltre a volerle, le cose dovete farle. Certo, il mondo di oggi è più complesso che mai. Assistiamo con sempre maggiore frequenza gli effetti del cambiamento climatico e, a tal proposito, permettetemi di chiedervi un accorato applauso per le vittime e le popolazioni dell’Emilia
Romagna e per la generosità unica che l’Italia tutta, in uniforme e non, ha ancora una volta dimostrato attraverso il suo lato migliore, quello della solidarietà, della disponibilità, della
fraternità. Leggiamo dei cambiamenti geopolitici in atto nel mondo e dei relativi effetti non solo sulle economie, ma anche sui valori in cui crediamo e, in questa provincia, finanche sulla
stessa quotidianità che viviamo. Sono tante le sfide che devono essere risolte-ha aggiunto- Me
ne avete parlato voi. E, credetemi, non c’è nessun altro che possa farlo, a parte voi”. Barecchia si è rivolto, poi , ai tanti papà, chiedendo loro di educare i figli maschi al rispetto, facendo riferimento alla tragedia di Giulia Tramontano e chiedendo di osservare, in sua memoria, un minuto di silenzio.

Parlando di risultati ottenuti in numeri carabinieri hanno denunciato in un anno 8.543 persone, il 66 per cento del numero totale dei denunciati da tutte le forze dell’ordine. Scoperti 2492 reati, arrestate 423 persone, 216 in flagranza. Ambito fondamentale quello dell’attività antidroga: sequestrati oltre kg. 49 di stupefacenti che se venduti al dettaglio avrebbero fruttato oltre 1,7 milioni di euro. Arrestati 66 soggetti e individuate  392 persone dedite all’assunzione di droghe, per lo più giovani, segnalati alle Prefetture di residenza.
Sul versante del contrasto alla violenza di genere, arrestati 23 uomini, sette per atti persecutori, 16 per maltrattamenti in famiglia. Altri 26 sono stati denunciati. Lungo l’elenco delle operazioni condotte sul territorio nel corso degli ultimi 12 mesi. Tra le principali, figura certamente l’Operazione Agorà dello scorso giugno, quando, attività  coordinata dalla Procura distrettuale di Catania, insieme al personale del R.O.S, sono stati emessi ordini di custodia cautelare per 56 soggetti ritenuti, con alto grado di probabilità, affiliati o contigui alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, alla famiglia di Caltagirone, a quella di Ramacca e al clan Nardo di Lentini. I soggetti arrestati, con 26 diversi capi di imputazione, sono stati ritenuti a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti con 108 chili di marijuana, 2 chili e 600 di cocaina, 57 chili di hashish, poi illecita concorrenza, turbata libertà degli incanti. Sequestro preventivo di beni, inoltre, (9 società attive nei settori dell’edilizia, della logistica e dei servizi cimiteriali nonché dei beni e conti correnti ad esse riconducibili) per un valore di oltre 10 milioni di euro. Lo scorso ottobre, la confisca di beni  secondo quanto disposto dal Tribunale – Sez. Misure di Prevenzione di Catania, nei confronti di 1 soggetto, detenuto per associazione di tipo mafioso ed altro. I beni riconducibili al clan “Nardo”, per un valore complessivo di 50 milioni di euro. Un mese dopo, ordinanza in carcere per cinque soggetti ritenuti responsabili di illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata dal metodo mafioso, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e porto di arma da fuoco. L’indagine, avviata nel maggio 2020, trae origine dalla denuncia sporta dal titolare di un’agenzia di servizi funebri di Siracusa per minacce subite ad opera di un impresario concorrente e finalizzate ad impedire l’esercizio dell’attività economica nel comune di Sortino; L’anno si è concluso con l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due soggetti indiziati del delitto di “tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso”. Il provvedimento è stato eseguito tra i comuni di Avola e Noto. L’indagine, avviata nel mese di aprile 2021, ha avuto origine dalla denuncia presentata dal titolare di una nota attività commerciale di Avola al quale i due arrestati si sarebbero rivolti per ottenere 25.000 euro che sarebbero serviti per sostenere alcune spese processuali. I due avrebbero avanzato le loro richieste in più occasioni e dichiarato di essere stati mandati da un esponente di vertice del locale clan mafioso dei “Pinnintula” prospettando, indirettamente, nel tipico gergo mafioso e intimidatorio, le conseguenze che sarebbero potute derivare in caso di mancata elargizione del denaro richiesto.
Ancora tra le attività condotte, l’arresto del presunto autore del ferimento a colpi di arma da fuoco di un uomo alla borgata. Arrestato per questo un uomo di 54 anni, originario di Tortorici, con precedenti penali. Importante passaggio, lo scorso maggio, con la conclusione di un’attività investigativa che ha condotto all’arresto di cinque pregiudicati a Siracusa  ritenuti responsabili di attentati dinamitardi in danno di tre esercizi commerciali del capoluogo, nonché di tentata rapina nei confronti di altre persone. Molto più di recente, nei giorni scorsi, l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque soggetti ritenuti responsabili del ferimento, un anno fa, di un 29enne in via Algeri, mentre si trovava ai domiciliari. L’autore è stato identificato insieme alla pistola usata. Ulteriori sviluppi investigativi hanno fatto emergere il coinvolgimento di più persone ai danni del ferito, anche in termini di estorsione con oggetto un immobile di edilizia popolare. Fino ad arrivare all’arresto di tre persone con cariche nell’amministrazione di Portopalo, ritenuti responsabili del reato di concussione. Avrebbero costretto   quattro imprenditori a corrispondere loro denaro al fine di vincere gare di appalto con quel Comune ovvero assumere personale di loro gradimento o garantire una progressione di carriera a soggetti di loro interesse. Tra gli interventi portati a compimento di recente, anche l’attività investigativa che, con l’ausilio dei tecnici dell’Asp ed il coordinamento della Procura di Siracusa, ha condotto al controllo giudiziario di un’azienda, società con sede legale a Palermo che ha in gestione servizi pubblici di assistenza e pronto intervento del 118 in Sicilia, a intero capitale pubblico. Le ipotesi di reato contestate a 2 indagati sono lo sfruttamento dei lavoratori e la rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Nel corso delle indagini sono state inoltre notificate ai due indagati  24 prescrizioni e 21 disposizioni con le quali venivano contestate numerose violazioni al Testo Unico sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

 

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