Militari italiani sull’Orizzonte, incubo finito: motopesca in direzione della Sicilia

 Militari italiani sull’Orizzonte, incubo finito: motopesca in direzione della Sicilia

Poco dopo le 19, da Roma è arrivata l’attesa telefonata. All’altro lato del telefono c’è Nino Moscuzza, l’armatore del peschereccio Orizzonte attaccato questa mattina da una motovedetta libica, in acque internazionali. Dal Comando Generale confermano che i militari italiani hanno raggiunto l’imbarcazione siracusana e sono saliti a bordo. Hanno constatato i danni ed i segni lasciati dai proiettili. L’equipaggio è scosso, ma in buone condizioni generali. La tensione aveva giocato un brutto tiro al comandante, nelle ore precedenti: aveva accusato un mancamento.
“In questo momento, stanno cercando di governare la nave e recuperare quanta più attrezzatura da pesca possibile”, spiega l’armatore al telefono da Siracusa. Non è ancora chiaro come funzionerà il ritorno in porto: se con la necessità di trainare l’imbarcazione o se invece si troverà un modo per renderla governabile, scortandola sin quasi dentro il porto Grande.
Intanto, un sospiro di sollievo dopo ore di attesa e angoscia, con l’imbarcazione alla deriva ed esposta al rischio di un’altra incursione.
Adesso toccherà alle Autorità Italiane chiarire l’accaduto con la Libia. I pescatori locali, però, raccontano di “soliti comportamenti”. E questi soliti comportamenti sarebbe simili raid per rubare telefoni satellitari, radar e altre attrezzature tecnologiche di bordo.
Una volta saliti a bordo dell’Orizzonte, i libici hanno infatti preso il telefono satellitare in dotazione. La sim sarebbe stata distrutta. Tutto è avvenuto sotto la minaccia delle armi e ad un certo punto, a bordo, si è tenuto anche il sequestro. La prima raffica aveva danneggiato tubi e timone.
È stato lo stesso equipaggio a raccontare le fasi convulse dell’attacco ad un aereo militare italiano subito inviato nell’area per la ricognizione. In contatto sui canali UHF hanno scambiato le prime informazioni. Poi l’attesa dei soccorsi, con l’invio di una nave militare sul posto. E finalmente, poco dopo le 19, quasi 13 ore dopo l’attacco, l’arrivo delle divise con la bandiera tricolore ed il sospiro di sollievo dell’incubo finito.

Foto generica dal web

 

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