Autodromo, il futuro in videocall con l’Australia. L’esperto: “Poche speranze di sviluppo”
Ci vorrà ancora qualche giorno per conoscere i piani dell’australiana Metaphor Corporation per il futuro dell’autodromo di Siracusa. Ma qualche elemento “concreto” potrebbe emergere nel corso di una videoconferenza con il sindaco, Francesco Italia, in programma nei prossimi giorni. Il fondo aussie avrebbe già trovato un partner tecnico disposto a seguire il progetto siracusano. Di certo, in questa fase, non è direttamente coinvolto Ross Pelligra, imprenditore australiano di origini solarinesi e noto per avere recentemente acquisito il calcio Catania oltre che per altri investimenti in Sicilia. Dal Pelligra Group, raggiunto da SiracusaOggi.it, spiegano che il patron non è un investitore Metaphor e che ha appreso non senza sorpresa di essere finito al centro della vicenda. I beninformati aggiungono che potrebbe decidere di investire in un secondo momento, in una sorta di joint venture ma solo davanti ad un progetto di qualità e, dato non indifferente, realizzabile.
Se un piano di lottizzazione appare da scartare per i vincoli esistenti sull’area, per i dettami del Prg ed altre condizioni oggettive, resta in piedi la possibilità di un ritorno in vita dell’impianto in funzione sportive e motoristica. Difficile, se non impossibile, pensare ai grandi circuiti internazionali della Formula 1 o della MotoGp. Più realistico immaginare una riduzione della pista che oggi è poco più lunga di 5 km e tutta una serie di facilities e servizi da realizzare nell’area box e tribuna con i relativi diritti edificatori. Un “circuito-salotto” per super-ricchi con la passione della velocità e per attività privata locale, insomma. Si rimane, comunque, sul piano delle ipotesi per il momento.
Il periodico specializzato Sicilia Motori, con il suo direttore Dario Pennica, ha intervistato Walter Sciacca, già amministratore delegato di Imola negli anni della rinascita dell’impianto emiliano-romagnolo e attualmente fra i massimi esperti mondiali del settore. “L’Autodromo di Siracusa lo conosco molto bene. Per la natura in cui è ubicato ritengo che non abbia più possibilità di sviluppo, in quanto si trova in un contesto ormai prettamente cittadino. Circondato da abitazioni private, strutture interne ed esterne all’impianto, con conseguenti problemi che possono accomunarlo a Imola e Monza relativamente all’eventuale rumorosità. Aspetto ancora più importante: anche volendo fantasticare, per poterlo riportare in condizioni di attività e relative omologazioni per svolgere gare e altro servirebbero almeno 40 milioni di euro. Oggi è davvero complicato pensare di ammortizzare 40 milioni di euro più i costi di gestione che potrebbero ammontare ad almeno 1,5 milioni di euro l’anno, con la normale attività caratteristica di un autodromo. Anche perchè è impossibile poter pensare a Formula 1 o MotoGP: i calendari sono stracolmi anche nella lista di attesa. Gli appassionati si rassegnino non è colpa di nessuno ma l’Autodromo di Siracusa non ha speranze di tornare in vita. Lo prova il fatto che nessuno a livello nazionale si sia fatto avanti e sia l’ACI sia multinazionali del settore dopo le prime valutazioni si siano tirate indietro”.
foto: un rendering del 2018 relativo ad un progetto di rilancio della ex Provincia Regionale di Siracusa