Concessioni balneari tra scadenze, aste e Consiglio di Stato. “Polverone su caso singolo”

 Concessioni balneari tra scadenze, aste e Consiglio di Stato. “Polverone su caso singolo”

Una recente sentenza della sesta sezione del Consiglio di Stato ha fatto saltare giù dalla sedia i concessionari dei lidi balneari. Con il suo pronunciamento, avrebbe “bocciato” le proroghe generalizzate previste per le scadenze delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico-ricreativo. Il Milleproroghe, invece, aveva spostato al 31 dicembre di quest’anno la loro validità. E’ allarme?
“Non è il caso di alzare un polverone sulla base di una sentenza collegata ad un singolo caso, specie in questo momento in cui è consigliabile affrontare la questione con calma e sangue freddo, sapendo che le soluzioni da trovare debbono essere definitive e non soltanto finalizzate a spostare sempre più in là in avanti nel tempo il problema”, rassicura il siracusano Giampaolo miceli. presidente di Cna Balneari Sicilia.
“La sentenza in questione fa riferimento ad un concessionario di Lecce che aveva ipotesi edilizie di natura differente. È vero che il giudice si sofferma sulla necessità di non considerare le proroghe – spiega – ma in questi giorni si sta completando il lavoro del tavolo tecnico nazionale, che sta lavorando bene. La prossima settimana dovrebbe essere resa nota finalmente la mappatura delle coste, elemento dirimente del dibattito perché è quel dato che definisce se la risorsa spiaggia è scarsa o meno”.
E questo lavoro è stato condotto anche dalla Regione siciliana, “in un quadro più ampio di riforma del Demanio che viene portando avanti dal governo nazionale”, aggiunge il presidente di Cna Balneari Sicilia.
“E’ importante dare certezze agli operatori, ma queste certezze devono essere costruite in maniera armonica, sulla base di una norma nazionale che deve interagire con la Commissione europea e sulla base di elementi chiari e certi che finora non ci sono stati e che probabilmente arriveranno nel mese di settembre. Le sigle che rappresentano la categoria, inclusi i balneari di Cna, considerano la risorsa non scarsa e puntiamo alla continuità aziendale in un’ottica di riforma del Demanio che deve coinvolgere tutte le parti ma che non può partire, come immaginano certi politici italiani, con un colpo di spugna che coinvolga tutta l’Italia, facendo piazza pulita di tutti gli operatori dall’epoca repubblicana”, dice fermo Miceli. Insomma, no all’azzeramento delle concessioni per procedere con aste di respiro europeo. “Parlando di probabili aste, oggi c’è la certezza che la Regione non è in grado di preparare in 3 mesi circa oltre tremila procedure di gara per altrettanti concessionari; il problema va affrontato oggi con dovizia di particolari e conoscenza del contesto, ma non è neppure immaginabile un colpo di spugna in Sicilia senza il necessario confronto anche a livello nazionale. Sicuramente si è perso molto tempo, ma non ci sono responsabilità ascrivibili ad un preciso colore politico, perché negli ultimi anni nessun governo si è contraddistinto per particolare attivismo sulla materia”, chiosa Miceli.

foto dal web a titolo esemplificativo

 

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