La scuola Verga non andava soppressa, il Cga boccia la Regione ma a frittata fatta

Il Cga di Palermo ha respinto con ordinanza il ricorso presentato dall’assessorato regionale all’Istruzione, confermando di fatto il pronunciamento del Tar di Catania. In prima istanza, i giudici amministrativi avevano stoppato la validità del piano di demansionamento scolastico varato dalla Regione, nella parte in cui si sopprimeva l’istituto comprensivo Verga di Siracusa.
Nell’ordinanza del Cga si legge che “alla sommaria cognizione propria della presente fase, non sussistono i presupposti per accogliere l’appello” della Regione. Questo perchè, sebbene l’istituto Verga abbia fatto registrare nel quinquennio in esame una riduzione di iscritti in valori assoluti, “soltanto nell’ultimo anno scolastico (2022/23), per stessa ammissione dell’Amministrazione, è sceso al di sotto della soglia di 500 iscritti”. E siccome “un istituto scolastico, per mantenere la personalità giuridica, deve avere ‘una popolazione prevedibilmente stabile per almeno un quinquennio, compresa tra 500 e 900 alunni’, e che il Verga solo per un anno ha registrato numeri inferiori, “non si giustifica una prognosi negativa, tenuto anche conto che per l’anno scolastico 2023/24, come documentato dal Comune di Siracusa e correttamente evidenziato dal TAR, l’istituto Verga ha fatto registrare 512 iscritti”.
Ma la frittata è ormai fatta. La sospensiva del Tar non è stata presa troppo in considerazione al punto che al Verga non è stato riconosciuto il codice meccanografico che segna l’esistenza in vita di una scuola. Il paradosso è che una scuola che non andava soppressa si trova oggi “sospesa”. La troppa premura dell’assessorato regionale andrà spiegata probabilmente in altra sede, come i ritardi degli altri uffici chiamati a vario titolo in causa. Palazzo Vermexio studia intanto le mosse per ottenere a questo punto un correttivo in corsa, basato sull’ordine del giudice amminsitrativo.