Pasticcio Verga, in Procura arriva un esposto. Botta e risposta tra i docenti e Mangiafico
Il “pasticcio” della soppressione del comprensivo Verga di Siracusa arriva in Procura. Presentato nei giorni scorsi un esposto, con cui vengono ripercorse le tappe della vicenda su cui – dopo il Tar di Catania – si è anche pronunciato il Cga di Palermo, dando ragione alle posizioni di chi segnalava come errata la decisione della Regione di “cancellare” quella scuola per carenza di iscritti, accorpandola ad altre tre istituti. A firmare l’esposto sono Michele Mangiafico (Civico4) e Roberta Salemi, rappresentante dei genitori in Consiglio d’Istituto.
Storia complessa, iniziata con il piano regionale di demansionamento scolastico varato dalla Regione ad iscrizioni ancora aperte. Proseguita con la pronuncia del Tar che non ha trovato però rapida applicazione, sino al Cga che ha confermato che la scuola non andava “cancellata”.
Oltre a chiedere di chiarire se sussistano eventualità profili di responsabilità, a più livelli, l’esposto presentato sottolinea come “la perdita di autonomia per l’anno scolastico in corso determinerà, con ogni probabilità, la perdita definitiva in quanto appare evidente che (…) non vi saranno richieste di iscrizione per l’anno successivo”. E poi l’accusa: “detta situazione, gravemente lesiva dei diritti della popolazione siracusana (…) è stata determinata da illegittimi comportamenti di coloro che, non solo non hanno correttamente applicato le disposizioni normative indicative dei requisiti, ma hanno successivamente disatteso le statuizioni dei Tribunali aditi”.
In attesa di capire se e come la Magistratura affronterà la vicenda, la discussione si accende dopo una diretta social operata proprio da Michele Mangiafico. I docenti del plesso Mazzini (ex Verga) di via Madre Teresa di Calcutta hanno voluto precisare che “dal primo settembre tutto il personale del plesso Mazzini ha lavorato all’avvio dell’anno scolastico affinché l’utenza non subisse le ripercussioni di tale situazione dal punto di vista didattico e organizzativo. Le attività scolastiche sono state avviate regolarmente giorno 11 settembre, con una segreteria operativa e con la quasi totalità dei docenti in cattedra e un orario regolare anche se ridotto, in attesa che l’U.S.P. provvedesse alle nomine e agli incarichi annuali, come per ogni altro Istituto”. E poi la precisazione più importante: “pur rispettando la scelta delle famiglie che liberamente hanno scelto altro Istituto, rivendichiamo con orgoglio la nostra offerta formativa che ha mantenuto gli standard di preparazione didattica, inclusione e accoglienza alle famiglie che ci ha sempre contraddistinto e che potrà arricchirsi dal confronto schietto e collaborativo con le professionalità nuove con le quali ci troviamo ad operare. In effetti, salvo qualche trasferimento volontario verso altro Istituto, tutto il personale, secondo le direttive ministeriali, è al suo posto e continua ad operare con i criteri di trasparenza, legalità e correttezza professionale di sempre, anche grazie alle scelte della nuova dirigente, Clelia Celisi che ha salvaguardato la continuità didattica, confermando i docenti alle proprie classi e i collaboratori alle proprie mansioni e ascoltando puntualmente le istanze delle famiglie che, in questa vicenda, devono avere la priorità su ogni interesse politico o di parte”.
La replica di Michele Mangiafico non si fa attendere. “L’iniziativa non riguarda l’istituto comprensivo Martoglio di Siracusa, né i docenti, il personale amministrativo e la sua dirigente che non sono oggetto dell’esposto depositato presso la Procura della Repubblica di Siracusa”. In una nota, precisa che la sua iniziativa “riguarda l’irregolare cancellazione del codice meccanografico che rappresentava la carta di identità dell’istituto comprensivo Verga”, provvedimento di cui “la sentenza 297/2023 del Tar e l’ordinanza del CGA del 15/09 ne hanno sospeso l’efficacia”. Ed a proposito delle sentenze, “condivido – dice Mangiafico – il rispetto che il personale docente manifesta nei confronti delle due sentenze che va evidentemente declinato nella loro ottemperanza dalle istituzioni competenti, perché il rispetto non è un principio astratto ma necessita di atti concreti”. La chiusura è una pizzicata: “non traggo, personalmente, alcun vantaggio né familiare, né economico, né tanto meno personale in questa vicenda, per cui auguro non mi venga attribuita più alcuna accusa di speculazione. (…) E’ interesse della città la difesa di ogni autonomia scolastica, non solo quella che è oggetto dell’esposto alla Procura della Repubblica, ma anche di ogni altra che, ritengo, possa essere messa a rischio a partire dal prossimo autunno e a seguito delle nuove normative”.