Addio Laura Salafia, tra sofferenza e forza il suo potente messaggio di amore per la vita
Una storia di sofferenza, una storia di forza. Sortino si è stretta oggi per l’ultimo saluto a Laura Salafia, morta a 47 anni di cui gli ultimi 13 da tetraplegica. Venne colpita da una pallottola vagante a Catania, in piazza Dante, appena uscita dall’ex monastero dei Benedettini di Catania, dove aveva appena superato un esame universitario. Da quel momento, era il luglio 2010, iniziò il calvario ma anche un cammino di resilienza ed ispirazione per decine di altri giovani.
“Vola felice Laura, non serve più il respiratore. Ora che sei lassù, chiedi perchè così tanto dolore nella tua vita”, commosso è il ricordo letto da un amico, quasi in chiusura della triste cerimonia.
“Attraverso la sofferenza e la fatica sono riuscita a trovare la ragione di vita che mi fa amare la vita e le persone. A darmi la forza chi ha creduto in me con tanto amore e solidarietà”, disse durante il lungo percorso riabilitativo tra Imola e la Sicilia.
Bloccata a letto, non ha mai smesso di lottare per “il diritto di essere felice” sebbene “in mezzo ad un mare in tempesta”. Il mare, quell’elemento che tanto le mancava. Ma la sua ostinata, positiva, contagiosa voglia di vivere è oggi un esempio che continua a parlare a quanti sono scossi da una tempesta, qualunque essa sia, “con onde e fulmini che colpiscono da ogni dove”.
Parole che valgono come un insegnamento e che sono tornate a riecheggiare all’interno della chiesa Madre di Sortino, la sua città natale, dove il sindaco Vincenzo Parlato ha proclamato un giorno di lutto cittadino in concomitanza con i funerali.
Per l’ultimo saluto a Laura Salafia c’erano anche il sindaco di Francofonte, il vice sindaco di Melilli e il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo. “E’ stata un esempio per tutti noi, con la sua forza ha dimostrato che gli obiettivi si possono raggiungere. Nonostante la sofferenza, la fatica e le difficoltà Laura ha amato la vita e tutte le persone che le sono state vicine, compresa la nostra comunità accademica”, ha detto nei giorni scorsi, appena appreso della scomparsa.
La determinazione di Laura Salafia è stata citata nella sua omelia anche da padre Vincenzo Cafra. Una qualità che aveva colpito papa Francesco che nel settembre del 2016 volle incontrarla. Pochi anni dopo, nel 2021, il Presidente della Repubblica le ha riconosciuto il titolo di Cavaliere al merito della Repubblica. Lo scorso 9 giugno, poi, Laura Salafia aveva ricevuto dall’università di Catania la laurea magistrale honoris causa in Filologia Moderna. A settembre avrebbe dovuto ritirare il premio Orgoglio Sortinese, assegnato ogni anno alle personalità che fanno grande il nome di Sortino in giro per il mondo. Le sue condizioni non le permisero però di partecipare, in alcun modo. E adesso a Catania, la città che nel bene e nel male ha segnato la sua esistenza, il sindaco Trantino vuole intitolare alla sua memoria un luogo simbolo della città etnea, affinchè Laura Salafia “rimanga un esempio per le future generazioni”. Un’iniziativa che anche il Comune di Sortino potrebbe avviare nelle prossime settimane.