L’assessore Granata, “Più rispetto per la storia del parco archeologico di Siracusa”
Prova a gettare acqua sul fuoco Fabio Granata, assessore alla cultura del Comune di Siracusa. Ma non nasconde della sorpresa, per dirla con un eufemismo, di fronte alle parole del direttore del parco archeologico. Carmelo Bennardo, arrivato nei mesi scorsi da Agrigento, ha puntato l’indice contro quello che ritiene sia lo scarso senso di accoglienza (turistica e verso i visitatori con disabilità) e pulizia dei siracusani (riferito alle aree del parco che al suo arrivo, in effetti, apparivano invase da vegetazione spontanea).
“Non intendo aprire polemiche su alcune recenti dichiarazioni del nuovo direttore o su alcune sue scelte, solitarie, relative al nuovo logo del Parco. Chiedo però che ci sia pieno rispetto della ‘storia del Parco di Siracusa’ e dei suoi precedenti direttori: dal compianto Calogero Rizzuto a Carlo Staffile e Antonello Mamo, poiché tutti hanno dato il loro contributo alla complessa dinamica di avvio di una forma piena ed efficiente di autonomia gestionale dell’intero, enorme, Parco Archeologico di Siracusa”, dice Granata, quasi invitando il nuovo direttore a maggiore prudenza e moderazione nelle sue valutazioni.
Da assessore regionale, nel 2000, proprio Fabio Granata firmò la legge che ha consentito la nascita del Parco Archeologico di Agrigento e, successivamente, il sistema dei Parchi Archeologici autonomi in Sicilia. “E sono così sentimentalmente legato a quel provvedimento da non voler polemizzare su alcun aspetto relativo alla piena autonomia dei Parchi ed in particolare di quello di Siracusa, nato da qualche anno solo grazie alla mia caparbia volontà e a quella del sindaco Francesco Italia, oltrechè alla serietà del compianto Sebastiano Tusa”, puntualizza Granata che ricorda così anche ai distratti la genesi complessa che ha portato alla crescita esponenziale dell’area della Neapolis e delle aree lontane ma collegate come Eloro, Villa del Tellaro e Akrai. “E’ oggettivamente difficole organizzare come un ‘unicum’ un Parco dalle dimensioni enormi come il nostro. Senza dimenticare dell’intero perimetro delle Mura Dionigiane per poi completare il suo gigantesco confine con la Necropoli di Pantalica. Per organizzare, gestire e valorizzare un cosi vastò e articolato ‘spazio’ occorre non solo un buon Direttore. Non basta. Serve un pieno coinvolgimento di tutti i sindaci che rappresentano le città che il Parco ‘attraversa’, oltre alle altre figure previste dalla legge per la composizione del Comitato Tecnico Scientifico indicato dalla normativa come luogo stabile della governance e che la Regione Siciliana non può e non deve ancora indugiare a nominare, poiché si configurerebbe un grave e colpevole ritardo”.
Ecco, l’invito di Granata – prima di assumere decisioni e opinioni che rischiano di risultare sprezzanti – è quello di attende il completamento della composizione del Cts anche per il parco di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai. “Solo così si potranno affrontare i complessi temi legati alla piena valorizzazione dell’intero confine, compresi quelli relativi allo svolgimento degli spettacoli all’interno non solo del Teatro Greco ma dell’intero parco. Sono certo che in questo modo potremo sciogliere molti nodi e assumere per tempo le decisioni giuste per non disperdere o sminuire ciò che in tanti anni abbiamo ‘costruito’ con la rinascita e la piena collaborazione di Inda e con una intesa sempre attenta all’interesse pubblico con la Regione, i Direttori dei Parchi e gli imprenditori della cultura e dello spettacolo”.
Prosegue intanto l’istruttoria sulla proposta di inserimento nella lista Unesco delle rappresentazioni classiche come “Patrimonio Immateriale dell’Umanità”. Ma Granata rivela anche che stanno “crescendo le richieste di grandissime produzioni nazionali e internazionali per organizzare eventi al Teatro Greco o negli, auspicati, nuovi spazi da allestire all’interno del Parco. Abbassiamo i toni e gli sterili protagonismi, pretendendo l’immediata istituzione del Comitato Tecnico Scientifico, organismo plurale previsto dalla legge per garantire la complessa governance del Parco attraverso un luogo stabile e autorevole di approfondimento, discussone e quindi decisone. Quello di Siracusa può diventare il Parco Archeologico più visitato della Sicilia e uno dei primi tre in Italia ma solo a condizione di lavorare fianco a fianco, riconoscendo gli sforzi e le scelte di tutti”.