Ancora uno sciopero in zona industriale, si fermano i metalmeccanici. “Richieste ignorate”
I lavoratori metalmeccanici della zona industriale siracusana hanno incrociato le braccia: altre otto ore di sciopero, indetto dalle principali sigle sindacali di categoria. La nuova mobilitazione segnala come rimanga alta la tensione tra aziende della zona industriale e lavoratori, con distanze notevoli sulle rivendicazioni.
I sindacati da tempo spingono per l’applicazione in busta paga dell’integrativo provinciale. Ma soprattutto rilanciano sul tema della sicurezza, chiedendo non solo investimenti ma anche più tutela per i lavoratori chiamati spesso – secondo i sindacalisti Fiom, Fim e Uilm – a frequenti turni di straordinario che comportato maggiore pressione, stanchezza e stress. “Elementi che rischiano di tradursi in maggiore rischio di incidenti industriali”, spiegano.
Dopo l’ultimo incontro con Confindustria, rimangono ancora distanti le parti. Ed ecco la nuova giornata di sciopero che ha bloccato sin dal primo mattino le portinerie della zona industriale, da Priolo ad Augusta. Da quasi due mesi, intanto, i sindacati dei metalmeccanici hanno indetto l’astensione dallo straordinario, proprio per lanciare un segnale chiaro alle aziende, dirette e dell’indotto, che operano nella zona industriale.
I segretari provinciali Angelo Sardella (Fim Cisl), Antonio Recano (Fiom Cgil) e Giorgio Miozzi (Uilm Uil): “Siamo stati costretti a indire lo sciopero – hanno detto – dopo un recente tavolo di confronto con Confindustria e Federmeccanica. Abbiamo riscontrato divergenze e di conseguenza è stato proclamato un pacchetto di sciopero di 24 ore che scatta da questa mattina su tutto il polo industriale. Sono mesi che discutiamo per l’adeguamento dei salari dei lavoratori. Il 4 aprile scorso presentammo una piattaforma senza che ci sia stato alcun riscontro positivo: avevamo chiesto, in sostanza, che non ci fossero discriminazioni di salari fra lavoratori metalmeccanici, ma così non è stato in quanto c’è chi percepisce il vecchio integrativo e chi, invece, assunto dal 2014 non ha ricevuto una adeguazione al riguardo. Così, non avendo trovato una intesa con Federmeccanica e Confindustria, abbiamo deciso di mettere in atto le 24 ore di sciopero: auspichiamo, naturalmente, un tavolo di confronto al fine di rivedere i parametri per l’adeguamento dei salari, oggi diversi da quelli richiesti, in quanto ciò che è stato fatto sino ad oggi, è stata la regolamentazione delle ore straordinarie per quello che prevede il contratto nazionale del lavoro”.