Stato di calamità per la siccità, Campo (M5s): “La Regione non cerchi scuse, ha colpe enormi”

 Stato di calamità per la siccità, Campo (M5s): “La Regione non cerchi scuse, ha colpe enormi”

(cs) “Giusto, anzi doveroso, essere al fianco degli agricoltori dimenticati dall’Europa e in crisi per la perdurante siccità. Ci sta bene la richiesta di Sammartino a Schifani di dichiarare lo stato di calamità naturale, ma la Regione non si assolva: in questa vicenda ha colpe grosse come una casa, non lo dimentichiamo, e sono targate centro-destra ed espressamente Musumeci, il cui governo nel 2021 riuscì nell’incredibile operazione da Guinness dei primati di farsi bocciare da Roma tutti i 31 progetti per l’ammodernamento, coi fondi del Pnrr, dei disastrati sistemi irrigui dei consorzi di bonifica siciliani”.
Lo dichiara la deputata regionale del M5S Stefania Campo, vice presidente dalla commissione Attività produttive dell’Ars.
“Come se non bastasse – continua la deputata – nemmeno l’anno successivo la Regione è riuscita ad afferrare la ciambella di salvataggio del Pnrr con le misure previste per il sistema irriguo e per il potenziamento delle strutture esistenti, se è vero, come è vero, che solo il progetto del consorzio di bonifica di Enna, relativo ai lavori di ristrutturazione della diga Pozzillo, è stato dichiarato coerente”.
“Sulla crisi dell’agricoltura – aggiunge Campo – Schifani e il suo governo non possono girarsi dall’altro lato, vadano oltre la dichiarazione dello Stato di calamità e portino a Roma le istanze dei siciliani per farle arrivare in Europa. Al contempo – prosegue Campo – bisogna puntare a rinnovare i nostri vetusti e disastrati sistemi irrigui, anche ispirandosi al modello israeliano e alle sue tecnologie, certamente un esempio da seguire. Mi riferisco, ad esempio, all’irrigazione a goccia che distribuisce, a bassa pressione, quantità minime e precise di acqua, bypassando gli ostacoli di un Paese ,come quello israeliano, per due terzi arido o semi arido. Si potrebbe puntare anche sui dissalatori di ultima generazione, tutte cose che si potevano fare con la misura 4.0 del Pnrr ma che la Regione non è stata in grado di afferrare, e ora ci si appiglia agli aiuti di Stato che rappresenterebbero comunque solo una soluzione tampone”.

 

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