Inciviltà urbana, la denuncia: “Mia figlia sedicenne accerchiata e minacciata in moto”

 Inciviltà urbana, la denuncia: “Mia figlia sedicenne accerchiata e minacciata in moto”

A firmare la denuncia è un papà. Lo chiameremo Marco per ragioni di privacy e tutelare la minore protagonista suo malgrado dell’ennesima storia di inciviltà dilagante. “Sono molto arrabbiato”, ripete in continuazione. Una rabbia che sa di impotenza e preoccupazione. Marco vive con la sua famiglia a Siracusa. Ha una figlia di 16 anni. “Ieri sera – racconta – stava tornando a casa con il scooterino, insieme altri tre compagni di scuola. Erano le 23 e con i loro tre motorini sono stati avvicinati e affiancati da due scooter con 4 ragazzi a bordo, ovviamente senza casco”. Qui Marco si ferma un istante. E quello che aggiunge subito dopo, lascia senza parole. “Hanno cercato di farli cadere, prendendoli a calci. Li hanno insultati e minacciati. Parole irripetibili. Per fortuna non sono caduti e si sono rifugiati in un condominio. Erano terrorizzati”.
E’ successo tutto alla Pizzuta, zona residenziale e con servizi non l’ultima periferia. Gli adolescenti, rintanati nel condominio dove hanno trovato rifugio, non sono voluti tornare in strada con i loro scooterini 50. Hanno chiamato i loro genitori, chiedendo aiuto e una sorta di “scorta” per tornare a casa.
Purtroppo episodi di bullismo al limite della delinquenza (confine sempre più labile) stanno diventando sempre più frequenti. E giovani, se non giovanissimi, sono gli autori, convinti di potersi muovere nella massima impunità. Da diverse settimane, per contrastare l’andazzo, la Questura di Siracusa ha disposto dei presidi nei parcheggi di alcune attività divenute luogo di ritrovo per i teenager. Presenze discrete, anche interforze, per la sicurezza dei ragazzi e la tranquillità dei genitori. Questi servizi continuano ad essere programmati ma contro l’inciviltà serve il contributo di famiglie ed istituzioni.

 

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