Barriere Architettoniche, Siracusa non ha un piano per l’abbattimento: “Fondi per redigerlo”
Si chiama “Peba” ed è il piano di eliminazione delle barriere architettoniche, obbligatorio in tutte le città italiane dal 1986.
Siracusa non ne è dotata e va da sé che in termini di accessibilità presenti ancora molte criticità, di cui fanno le spese i cittadini più fragili.
Non si tratta di un’opinione ma di un dato di fatto, a cui si fa riferimento anche in un ordine del giorno approvato all’unanimità in commissione Lavori Pubblici e che il consiglio comunale dovrebbe approvare durante la seduta del 21 febbraio prossimo, per chiedere all’amministrazione l’adozione dello strumento, punto di partenza di un percorso verso la realizzazione di una città inclusiva.
Per la redazione del piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche- questa l’ipotesi- il Comune potrebbe avvalersi della collaborazione di Università e scuole ad indirizzo tecnico.
Il presidente della commissione, Andrea Firenze preannuncia l’intenzione condivisa da tutte le forze politiche rappresentate in consiglio di reperire fondi da inserire nel prossimo Bilancio per “portare a compimento questo intendimento che riteniamo indispensabile. Inutile- spiega Firenze- procedere, come accade ancora oggi, con la segnalazione di singoli casi, con richieste di privati cittadini che non risolvono il problema nel complesso. Serve un piano, una previsione completa e secondo criteri tecnici e normativi specifici e questo non può più essere rimandato. Indispensabile -conclude- che la città disponga di un piano strategico, a partire da una fotografia dell’esistente, di cui ad oggi non disponiamo”.