Inferno di via Elorina, in una relazione finita in Procura tutto quello che non torna
Dopo il rovinoso incendio di via Elorina, molte cose non tornano. Anzitutto la presenza di discariche abusive di rifiuti vari: pneumatici, plastica, scarti di edilizia, vetroresina, coperture e collanti, barattoli di vernici. Chi e come scaricava impunemente in una zona sottoposta a decine di vincoli, anche ambientali, materiali di ogni genere? Ma non solo. In alcune aree è stata rilevata la presenza di amianto che – ovviamente – non doveva essere lì, soprattutto perchè non inertizzato. Altro interrogativo riguarda la presenza di cataste di legname su cui vengono effettuati accertamenti e verifiche in queste ore, con particolare attenzione sulle misure di sicurezza adottate o mancate. Avrebbero potuto bruciare per diverso tempo – secondo alcune fonti – se fossero finite coinvolte nell’incendio che fortunatamente le ha solo lambite grazie al lavoro di Vigili del Fuoco e Protezione Civile.
La sensazione, insomma, è che quella zona fosse una polveriera e l’inferno di fiamme e fumo di venerdì scorso non sarebbe altro che la conseguenza – diretta o indiretta – di una serie di condotte criminali perpetrate da singoli e di disattenzioni collettive in capo ad enti pubblici che avrebbero potere di verifica e controllo.
I sopralluoghi condotti sui luoghi dalla Polizia Municipale su forte richiesta del delegato Neapolis, Giovanni Di Lorenzo – via Elorina, viale Ermocrate, via Columba – hanno portato alla redazione di un verbale finito anche in Procura a Siracusa, come nota informativa. Aree pubbliche, aree private: un mix di proprietà ricostruito attraverso l’incrocio dei dati castali e delle relative particelle. Si cammina in mezzo alla cenere e resti vari di materiali combusti, in tutto o in parte, naturali e non. L’odore acre si avverte ad ogni passo. Al momento non risulta vi siano aree sottoposte a sequestro preventivo. A metà settimana attese le indicazioni di Arpa Sicilia sulle rilevazioni relative a diossine e altre particelle in sospensione e ricaduta. Le eventuali valutazioni di carattere sanitario sono demandate ad Asp e sindaco, ovvero le autorità locali in materia di Salute.