Valori elevati di diossina dopo l’incendio di via Elorina. Utile un chiarimento sanitario
Ad una settimana esatta dal vasto incendio di via Elorina, il laboratorio Arpa di Palermo ha reso noti i valori relativi alla presenza e concentrazione di diossine, sprigionatesi a seguito della violenta combustione che ha coinvolto anche micro discariche di rifiuti.
“Le determinazioni delle diossine eseguite sul campione di aria prelevato dal 17 al 18 febbraio in via Porto Grande a Siracusa, punto di campionamento prossimo all’incendio, restituiscono una concentrazione di PCDD/PCDF pari a 3395 fg/m3 in termini di Tossicità Equivalente, superiore al valore che indica la presenza di una fonte emissiva locale, riportato nel Documento: “Air Quality guidelines for Europe” – WHO Regional Office for Europe second edition (2000)”. Un valore molto elevato e definibile, secondo diverse fonti contattate da SiracusaOggi.it, come allarmante per certi aspetti. Determinante sarà valutare Adesso cosa è accaduto nelle 48 ore successive. E’ lecito attendersi, ad incendio spento, una sensibile diminuzione dai risultati relativi ai campionamenti effettuati nello stesso sito dal 18 al 20 febbraio. E’ chiaro che un monitoraggio quasi nell’immediatezza, come è avvenuto con questo campione in continuo, finisce per restituire valori molto elevati perchè ad incendio in corso. Un messaggio chiarificatore da parte dell’autorità sanitaria non guasterebbe, nel frattempo.
Solitamente, in area urbana, il valore delle diossine è 100. Se arriva a 300 vuol dire che c’è una fonte emissiva. La fonte emissiva generata dall’incendio appiccato da ignoti nell’area di via Elorina, dove erano stati abbandonati rifiuti di ogni tipo e soprattutto plastiche, ha generato un valore di 3395 fg/m3 in termini di Tossicità Equivalente. Chi abbandona rifiuti in strade e nelle campagne tenga ben a mente questo dato, perchè è complice della distruzione ambientale del nostro territorio in cui – ormai – l’incendio per smaltire impropriamente spazzatura è terribile regola.
Con il termine generico di diossine – si legge sui siti certificati scientifici – viene indicato un gruppo di ben 210 composti chimici aromatici policlorurati, vale a dire formati da carbonio, idrogeno, ossigeno e cloro, divisi in due famiglie: dibenzo-p-diossine (PCDD o propriamente “diossine”) e dibenzo-p-furani (PCDF o “furani”). Si tratta di sostanze particolarmente stabili e persistenti nell’ambiente, tossiche per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso come riporta il Cesnir, società milanese di consulenza che si occupa esclusivamente degli accertamenti tecnici di igiene industriale. Esistono 75 “specie” di diossine e 135 di furani: di questi però solo 17, 7 PCDD e 10 PCDF, destano particolare preoccupazione dal punto di vista tossicologico.