Giubbotti antiproiettile e pistole usate con disinvoltura, così “comandava” la Borgata

 Giubbotti antiproiettile e pistole usate con disinvoltura, così “comandava” la Borgata

Armi, munizioni e posti in cui nascondere il tutto non mancavano di certo al sodalizio criminale della Borgata. Proprio la disponibilità di armi ed il loro uso senza ritrosie colpisce nell’analisi dell’attività del gruppo criminale considerato contiguo al clan Bottaro-Attanasio. La violenza per generare soggezione e facile “sottomissione” in quanti non si allineavano ai dettami criminali. Così il clan accresceva la sua forza per riprendersi un ruolo di primo piano sul territorio.
Un episodio in particolare è finito al centro delle indagini che hanno portato all’esecuzione del fermo di quattro persone (clicca qui per i nomi). A fine gennaio, vennero esplosi diversi colpi d’arma da fuoco contro la finestra di un’abitazione, nella centrale area di via San Metodio. Era un avvertimento, diretto e violento, rivolto a chi lì viveva dopo un alterco – spiegano gli investigatori – nato con il sodalizio criminale per una questione di soldi. La luce accesa che trapelava da quella finestra abbassata indicava la presenza dell’uomo nella stanza e così, per essere ancora più “convincenti”, non hanno esitato a mirare e sparare.
In un garage, la Polizia ha trovato due pistole, munizioni e un cospicuo quantitativo di droga. Altre perquisizioni hanno portato al sequestro di 6 pistole, circa 6 Kg di Hashish, munizionamento vario, materiale da confezionamento, giubbotti antiproiettile e altro.
Nelle intercettazioni finite nell’indagine, i quattro della Borgata parlano con disinvoltura di pistole e armi e di come usarle senza remora alcuna.

 

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