Tradimenti e accuse, il caso FdI accende il Consiglio comunale e rimbalza alla Regione
Finisce con una richiesta di chiarimenti inviata all’assessorato regionale Enti Locali la “questione” Fratelli d’Italia in Consiglio comunale a Siracusa. Dopo le ultime defezioni, il gruppo è rimasto composto solo da due consiglieri: Paolo Cavallaro e Paolo Romano. Da regolamento, per costituire o mantenere un gruppo consiliare servirebbero almeno tre componenti. In verità, vi sono alcuni provvedimenti che vincolano l’esistenza del gruppo anche al solo risultato elettorale conseguito.
A sollevare il problema in aula, questa mattina, è stato il consigliere Franco Zappalà (Fuorisistema). La presidenza del Consiglio comunale e la segretaria generale del Comune di Siracusa, Danila Costa, hanno deciso di avviare l’iter formale di richiesta chiarimenti all’Assessorato regionale agli Enti Locali, anche per tutelare l’assise cittadina da eventuali responsabilità.
Cosa può succedere adesso? Nel caso in cui l’assessorato confermasse la permanenza autonoma del gruppo di FdI in Consiglio comunale, non cambierebbe nulla in Consiglio e nella composizione delle commissioni consiliari e conferenza capigruppo. Se venisse invece confermato l’automatico scioglimento del gruppo, Romano e Cavallaro si ritroverebbero nel Misto e valutazioni di carattere politico potrebbero anche portare a qualche cambiamento in seno alle commissioni consiliari. Il capogruppo di FdI (Romano) si ritroverebbe fuori dalla conferenza dei capigruppo.
Potrebbe invero anche accadere che l’assessorato Enti Locali demandi la decisione sul caso allo stesso Consiglio comunale di Siracusa. In questo caso, sarebbe l’assise a votare in ossequio al regolamento comunale.
Questa mattina la questione è stata al centro di alcuni accesi interventi in aula. Lo stesso Paolo Romano ha voluto esprimere amarezza, ricordando che alla base di questa situazione, al momento “ibrida”, c’è la scelta dei consiglieri eletti nelle fila di Fratelli d’Italia e poi entrati subito nell’orbita del Mpa. “Colpa del loro tradimento”, ha detto Romano. Un’accusa che Porto ha rispedito subito al mittente, mentre il consigliere Sergio Bonafede ha voluto sottolineare che “solo gli stolti non cambiano idea” invitando a non parlare di “tradimento”.