Banchina 2 del Porto Grande, costruita e mai inaugurata. Ora la speranza si chiama AdSP

 Banchina 2 del Porto Grande, costruita e mai inaugurata. Ora la speranza si chiama AdSP

Dev’essere solo questione di sfortuna. Una qualche maledizione, un allineamento sfavorevole dei pianeti. Non si spiega altrimenti il motivo per cui non ci sia opera pubblica di Siracusa che conosca genesi e vita facile. Prendiamo ad esempio il porto Grande di Siracusa. Riqualificato con un progetto datato 2006, una volta superata la tormentata storia dei cassoni, è stato inaugurato ed ha iniziato a respirare aria di crocierismo. Ma la banchina 2, la più estesa, pensata e costruita proprio per le grandi navi da crociera, non è mai entrata in funzione. A voler essere fastidiosi, è rimasta “scoperta” anche la voce stazione marittima. Cosa sarà mai per un porto che vuole avere ambizione da destinazione top.
La speranza oggi si chiama Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale. Il porto Grande è recentemente entrato nel perimetro di governance dell’ente che si occupa dello sviluppo e dell’operatività dei porti che rientrano sotto il suo ombrello. “Ho cominciato a studiare e capire la situazione del porto Grande di Siracusa”, dice il presidente dell’Adsp, Francesco Di Sarcina. “Però la Regione deve ancora formalmente consegnarci il porto, non sono state ancora definite le procedure. Non credo che Palermo faccia ostruzionismo. Ci vuole pazienza, mancano alcuni passaggi”, spiega.
Ma Di Sarcina non è rimasto con le mani in mano, ben sapendo quale “bella gatta da pelare” (la definizione è sua, ndr) sia il porto Grande di Siracusa. Nelle settimane scorse ha avuto alcuni incontri informali con il sindaco di Siracusa e con il comandante della Capitaneria di Porto. “Ci vogliono cura e dedizione. I problemi sono diversi: la banchina 2, il piazzale su cui si può fare motocross, il fondale da dragare, la stazione marittima. Ma si può fare. Adesso però è impossibile dare tempi precisi…”, ammette schietto.
La volontà di mettersi a lavoro è tanta. “Da quando potrò operare, ci metteremo subito all’opera. Dal punto di vista infrastrutturale, ritengo siano urgenti due cose al porto di Siracusa: completare la banchina 2 e mettere in sicurezza il porto rifugio di Santa Panagia”. Per quest’ultimo, la Regione ha rifinanziato nei giorni scorsi i lavori per il riccio di testa da ricostruire insieme ad alcuni ponti ormai saltati della diga foranea. I lavori sono già affidati. Si confida in procedure rapide per avviare il cantiere.
“Per la banchina 2, serve il dragaggio dei fondali per aumentarne il pescaggio ed utilizzarla per il motivo per cui è stata costruita. Ma ci sono stati cedimenti nel piazzale retrostante. Così è precario immaginarne un loro utilizzo. E per motivi di cui non ho conoscenza, la quota della banchina è bassissima, tipica da diporto e non da navi da crociera”. Bisogna rilivellare tutto, perchè così come è stata costruita quell’area non va bene. “Non lavori banali, ma neanche impossibili. Vanno programmati e realizzati in tempi ragionevoli”. E può farlo l’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale? “Si, però la prima cosa è entrare in possesso del porto. Quanto ai lavori, non si fanno in poco tempo perchè sono complicati. Ma si possono fare”, assicura Di Sarcina. Il dragaggio dei fondali, peraltro, richiede analisi di laboratorio con più enti competenti (Asp, Arpa, Ispra) e procedure complesse, perchè il porto rientra in area Sin grazie ad una perimetrazione eccessivamente generosa, studiata negli anni 90, quando si credeva che sarebbero arrivati soldi a pioggia per le bonifiche.
E ancora, se il porto vuol diventare Grande di nome e di fatto deve poi dotarsi di una vera stazione marittima. Su questo punto, il presidente dell’AdSp è netto. “E’ un tema che va affrontato. Non si può fare crocierismo con i container o con i gazebo. Apprezzabili i sacrifici di chi ha fatto il possibile per rendere funzionale il porto di Siracusa. Ma se lo guardiamo nel panorama internazionale, non è quello il modo di presentarsi”, l’analisi di Francesco Di Sarcina. Che fare, allora? Pare facile: costruire una vera stazione marittima. “C’era la proposta presentata da Msc e Società Consortile Porto di Siracusa ed era interessante. Ma poi Msc ha lasciato Siracusa e, al momento, non è interessata a quelle attività. Difficile possa farcela da sola la società consortile. Occorrerà una scelta forte, come quella fatta a Catania sull’onda di una proposta privata”. E vale come indicazione chiara.

 

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