Assistenza psichiatrica, le associazioni chiedono un incontro all’Asp

 Assistenza psichiatrica, le associazioni chiedono un incontro all’Asp

Gaetano Sgarlata, presidente dell’ETS “Si può fare per il lavoro di Comunità” e componente del tavolo Tecnico Salute mentale regionale con decreto dell’Assessore regionale e Carmela Carbonaro, presidente OdvAfadipsi, hanno scritto una lettera al commissario straordinario dell’Asp di Siracusa Alessandro Caltagirone, chiedendo un incontro sulle problematiche che riguardano i servizi di salute mentale dell’Asp. “Abbiamo chiesto con 3 Pec rispettivamente nei mesi di febbraio, marzo e aprile di essere ricevuti. – si legge nella lettera spedita questa mattina al commissario Caltagirone – Negli ultimi anni abbiamo assistito a una progressiva difficoltà alla erogazione dei servizi essenziali in favore dei soggetti affetti da patologia psichiatrica, non per demerito degli operatori, che anzi lavorano in condizioni di sempre maggiore difficoltà, ma per carenza di personale sia di psichiatri che di psicologi, assistenti sociali, infermieri, terapisti della riabilitazione e quindi il non funzionamento dell’equipe multiprofessionale; di figure apicali strutturate nelle varie Unità operative complesse e manca il Direttore del Dipartimento; di finanziamenti come il budget di salute, minimamente avviato con un finanziamento risibile; di strutture, per esempio il Centro Diurno di Siracusa; la mancanza di un servizio strutturato per l’autismo adulti; la mancanza di servizi sufficienti per tutta l’emergenza adolescenziale (disturbi alimentari, isolamento sociale, autolesionismo, dipendenze patologiche”, sottolineano.
La richiesta di un dialogo con l’obiettivo di “mettere in luce aspetti che forse insieme possiamo meglio definire e trovare anche delle soluzioni”.
“Sappiamo che non tutto dipende dall’Asp, ma anche dalla carenza di attenzione dell’assessorato regionale alla salute, mancanza di regia sull’applicazione del budget di salute, mancanza di riqualificazione delle Comunità alloggio e mancanza di gruppi appartamento, mancanza di politiche per l’inserimento lavorativo), ma quello che è possibile fare a livello periferico nelle Aziende sanitarie è necessario che si faccia”, concludono Gaetano Sgarlata e Carmela Carbonaro, con la speranza che un incontro si possa realizzare il prima possibile.

 

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