Furto con spaccata ad Augusta ed estorsione: un arresto e due fermi
I Carabinieri di Siracusa, di Augusta e Paternò, l’8 agosto, a seguito di indagini coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica, hanno arrestato Sebastiano Giuffrida (classe ’72) e , allo stesso tempo, hanno eseguito il fermo, disposto dal Pubblico Ministero, a carico di Marco Isaia Coriolano (classe ’94) e Santo Molino (classe ’80), per diversi episodi di estorsione, aggravata dell’aver effettuato il reato in più persone contro un imprenditore di 65 anni, commessi ad Acireale e Paternò nel mese di luglio e agosto.
Le indagini, coordinate dall’Ufficio ed eseguite in una fase iniziale dai Carabinieri di Augusta, hanno permesso di acquisire elementi indiziari che dimostrerebbero il coinvolgimento degli indagati in due gravi episodi commessi ai danni del titolare di un’azienda agricola.
Le attività investigative, infatti, hanno consentito di ricostruire la dinamica dei fatti: dalla fase in cui veniva inizialmente prospettato al titolare di un’azienda agricola e a suo padre di pagare la somma di 6.000 euro per la restituzione di beni (un escavatore e una trincia di uso agricolo, ndr), con l’ulteriore condizione di impiegare l’escavatore per compiere un furto con la tecnica della spaccata, per poi accordarsi sulla somma di 2.500 euro, per ottenere l’escavatore (poi in effetti restituito) e per una somma pari a 1.200 euro per la consegna della trincia. La fase conclusiva dell’indagine è scaturita quando le vittime si sono arivolte ai Carabinieri. Infatti, sotto il coordinamento investigativo della Procura distrettuale della Repubblica, è stato predisposto un servizio di controllo della fase della consegna della seconda somma richiesta a titolo estorsivo per il recupero delle macchine agricole, terminato con l’arresto, a Sferro, frazione del comune di Paternò, dell’uomo colto in possesso delle banconote consegnate dalle vittime e il contestuale fermo nei confronti delle altre due persone.
Dopo essere stati condotti presso la Casa circondariale locale, il Giudice per le indagini preliminari, in considerazione della gravità del quadro indiziario, su richiesta del Pubblico Ministero titolare del relativo fascicolo d’indagine, ha disposto, nei confronti di tutti gli odierni indagati, l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.