La protesta dei detenuti a Cavadonna, chiesta riunione di Consiglio comunale aperto

 La protesta dei detenuti a Cavadonna, chiesta riunione di Consiglio comunale aperto

Rischia di sfuggire di mano la situazione presso la casa circondariale di “Cavadonna”. Da alcuni giorni infatti, circa 680 detenuti hanno dato vita a una battitura di protesta con l’intento di essere ascoltati dopo la circolare del Provveditore regionale che impone delle restrizioni per l’ingresso o l’acquisto all’interno del penitenziario di alcuni prodotti alimentari e capi di abbigliamento: farina, vino, birra, sughi all’interno di barattoli, gamberoni e abiti griffati. Non solo la classica scodella sbattuta contro le celle, ma sarebbero stati danneggiati anche degli arredi in aree comuni. Bloccate le attività dei detenuti lavoranti in cucina e promosso uno sciopero ad oltranza. I problemi non sono solamente legati al cibo proveniente dall’esterno vietato, ma anche visite mediche a singhiozzo per mancanza di agenti e problemi di affollamento. Sulla vicenda sono intervenuti i consiglieri comunali di “Ho Scelto Siracusa”, Matteo Melfi e Nadia Garro, i quali chiederanno la convocazione di un Consiglio comunale aperto per affrontare l’argomento.
“Da più fonti, apprendiamo che la situazione nella casa di reclusione di Siracusa sarebbe preoccupante. – dicono Melfi e Garro – E’ giusto che i detenuti scontino la pena per gli errori commessi, ma i diritti e la dignità della persona umana vanno sempre garantiti. Sembrerebbe che si stia rasentando il rischio di violarne i diritti umani. Si apprende che, attraverso una circolare, la direzione avrebbe vietato l’ingresso di alimenti e indumenti dall’esterno. Anche all’interno del penitenziario la vendita di cibi (cosiddetto sopravvitto, che peraltro pare abbia da tempo avuto prezzi maggiorati), ora sarebbe stata addirittura impedita. Come se ciò non bastasse, molte visite mediche saltano perché non ci sono agenti che possano accompagnare i detenuti in ospedale. E’ evidente che, con tutti questi problemi, l’esasperazione dei detenuti, ospiti della struttura, rischia di aumentare – sottolineano i consiglieri comunali aretusei – Se aggiungiamo anche il cronico fenomeno del sovraffollamento, possiamo immaginare in che condizioni si viva all’interno del carcere. Abbiamo saputo che è in atto una protesta pacifica dei detenuti lavoranti, che hanno bloccato le attività lavorative previste in cucina e promosso uno sciopero che andrà avanti ad oltranza. Occorre dunque che le Istituzioni competenti intervengano per affermare l’innegabile diritto alla dignità di queste persone e lavorando per affermare il fine rieducativo e non vessatorio e punitivo della pena detentiva, garantendo condizioni di vita degne di un paese civile”.

 

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